ROMA
Ardituro, 'dallo sport risposte timide su mafie e calcio'
(ANSA) - ROMA, 02 DIC - "Se non c'è una forma di reazione a
quel principio per cui il mondo del calcio si sente fuori dal
contesto del controllo di legalità assicurato in tutti gli
altri settori, perché poi le risposte anche delle istituzioni
sportive sono risposte timide, molto timide, nei confronti delle
società, dei calciatori, degli allenatori, dei tesserati in
genere, è di tutta evidenza che il fenomeno continuerà a
crescere e che ci troveremo di fronte a situazioni sempre meno
pulite dal punto di vista della legalità e della trasparenza".
Lo ha sottolineato Antonio Ardituro, sostituto procuratore
nazionale presso la Direzione Nazionale Antimafia e
Antiterrorismo, intervenendo all'Università Lumsa al convegno
'Le mafie nello sport. Lo sport contro le mafie'.
"Potremmo dire che tutto questo non c'entra con il calcio e
le società , purtroppo non è così, perché - ha proseguito
Ardituro - c'è un rapporto tra le società di calcio e la
tifoseria organizzata che molto spesso diventa malato e che
consente, e in questo c'entrano le società e anche le
istituzioni sportive, i regolamenti, le norme che noi
utilizziamo, di considerare le curve come un luogo
extraterritoriale, dove non c'è la giurisdizione e non c'è il
controllo da parte delle organizzazioni dello Stato, sportive,
del calcio, delle società, per cui in curva tutto può accadere,
le organizzazioni criminali possono controllare fenomeni grossi,
perché parliamo di stadi importanti intorno ai quali girano
affari". Si tratta delle "aree di parcheggio, la gestione degli
stewart, la concessione dei biglietti e degli abbonamenti ai
gruppi organizzati, cioè si crea - ha evidenziato Ardituro - un
filo tra società e tifoserie organizzate che però non sono fatte
di tifosi appassionati che cantano i cori e portano le bandiere,
ma sono organizzazioni criminali che hanno delle infiltrazioni
di carattere mafioso". (ANSA).
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