LO SFOGO
Piove, l’acqua s’infiltra. «E qui viviamo nel marciume»
In via Bellotti a Busto Arsizio situazione precaria. Aler rassicura: lavori entro fine anno

Cinque anni di segnalazioni, un tetto da rifare e una casa oppressa dall’umidità. Oltre a una promessa di intervento che – stando a una residente – tarda a tradursi in realtà. Succede a Busto Arsizio. La voce di Giuseppa Della Malva si alza di nuovo, tra stanchezza, amarezza e inquietudini. «Io non ce la faccio più a ripetere sempre le stesse cose», dice la 65enne, che vive nell’alloggio Aler di via Biagio Bellotti 11, scala 7, a Sacconago: «Sono cinque anni che combatto con le infiltrazioni di acqua piovana. Qui viviamo nel marciume». La pioggia, in passato, era arrivata a gocciolare dalle luci di casa e a bruciarne un paio, anche se i casi di maltempo più recenti, lo scorso agosto, non hanno segnato il ritorno di disagi così spiacevoli e eclatanti.
Il merito della maggiore tenuta agli acquazzoni, evidentemente, è di un parziale intervento di manutenzione risalente al 2024, «con riferimento ad alcune porzioni di copertura individuate come prioritarie», come già spiegato negli scorsi mesi da Aler Busto Arsizio. Un lavoro tutt’altro che inutile, ma in ogni caso lasciato a metà, stando alla versione della residente, che adesso si dice preoccupata soprattutto dagli effetti a lungo termine del maltempo: forse avrà smesso di pioverle in casa, ma Della Malva è convinta che l’acqua continui a filtrare fra tetto e soffitto, come suggerito dalle tante bolle e scrostature nell’intonaco.
Secondo la 65enne, mesi fa sarebbe stato annunciato un intervento per la pulizia delle grondaie, reso possibile dalla disponibilità di nuovi fondi a favore di Aler. Un intervento quanto mai auspicabile, per limitare i ristagni di acqua piovana e così impedire all’umidità di penetrare nelle pareti, rendendo precarie le condizioni dell’appartamento . Senonché poi «non si è visto nessuno», sostiene Della Malva. Aler, da parte sua, negli scorsi mesi ha dichiarato che dal 2024 l’immobile è nel piano triennale delle manutenzioni, e che la conclusione dei lavori sul tetto «è prevista entro la fine dell’anno», implicando «revisione complessiva della copertura, eventuali interventi di impermeabilizzazione e la sostituzione delle tegole ammalorate o vetuste dove necessario».
Un impegno che, per quanto tracciato nero su bianco, fatica però a rassicurare chi vive il disagio quotidiano: «Mancano tre mesi alla fine dell’anno, e qui va sempre peggio», sostiene Della Malva.
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