LA SVOLTA
C’è un mister Latte Varese
Aggiudicato lo storico marchio all’asta giudiziaria del tribunale. Top secret, per ora, l’acquirente

Finalmente una buona notizia sul Latte Varese, anche se la svolta riguarda soltanto il marchio e non la produzione, bloccata in modo definitivo con l’ordine di smantellare la Centrale: ebbene, almeno la scritta azzurra e bianca con la mitica goccia che compariva fino a dicembre scorso sulle confezioni amate da generazioni è stata aggiudicata all’asta legata al fallimento della Centrale (la srl che detiene il brand).
Buona la seconda
Al secondo tentativo, dopo la prima fumata nera del 5 luglio, si è conclusa ieri, lunedì 19 settembre, in senso positivo l’operazione dell’Istituto vendite giudiziarie del Tribunale di Varese, per giunta con qualche giorno di anticipo rispetto alle previsioni: l’asta infatti era programmata fino a venerdì 23, ma la presenza di un solo concorrente, come anticipato alla vigilia, ha reso superfluo continuare. Essendoci un’unica registrazione e un’unica offerta, era ipotizzabile che si arrivasse a questo risultato.
La svolta online
Dunque c’è un mister Latte Varese, un imprenditore che d’ora in poi detiene la proprietà del marchio: l’aggiudicazione è avvenuta online per la cifra di 113.752 euro, una manciata in più rispetto alla base minima di 108.750 euro contro i 145mila del primo giro. Non è dato sapere se ci sia stato un rilancio, oppure se si sia indicata subito quella cifra.
Certo, ci si aspettava molto di più quando era partito il concordato: allora la cifra ipotizzata era addirittura di 600mila euro per il marchio, poi con i vari ribassi si è arrivati a poco più di 100mila.
Top secret il nome del vincitore, che probabilmente aspetterà per farsi vivo e chiarire i progetti: che cosa farà con quel marchio, dal momento che il lato produttivo è scomparso? La Centrale come luogo fisico sarà smantellata e il Comune, proprietario dei muri, l’ha già inserita da tempo fra i beni in alienazione, nella speranza che qualcuno voglia comprarla. Ora, ovviamente, chi si farà avanti per l’area dovrà darle una nuova vita, perché il latte qui diventerà un lontano ricordo.
Le prospettive
Ma allora che fine farà quella scritta? Tornerà a vivere con il prezioso nettare locale o sarà solo un nome, slegato però dal territorio? Nel frattempo i produttori si sono rivolti ad altri nomi come Granarolo, per non buttare questo patrimonio. Dettagli che potrà chiarire solo il nuovo proprietario.
La vicenda è complessa perché il fallimento si era diviso in due rami: da una parte la Cooperativa agricola Latte Varese, dichiarata in liquidazione coatta amministrativa con la nomina di un commissario da parte del Ministero per lo sviluppo economico per sondare le possibilità di salvataggio, poi naufragate; dall’altra la Centrale, una srl fondata nel 2017 per scindere la raccolta dalla vendita, controllata dalla coop e ugualmente fallita, ma con il regime più severo delle società di profitto.
Ebbene, proprio la Srl aveva in pancia il marchio, quello che ieri è stato aggiudicato da un nuovo proprietario. Non tutto il latte dunque è stato versato, ma ora bisognerà capire in quale contenitore verrà messo, dal momento che il tetrapak originale è fuori mercato da nove mesi. E la Centrale è destinata a sparire.
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