LA SENTENZA
Il calcio al chihuahua gli costa 5mila euro
Uomo di 73 anni condannato in Appello per maltrattamento di animale

Ma c’è stato o no il calcio al chihuahua? Un calcio così forte che ha fatto “volare” e “roteare” da una porta finestra una minuscola cagnolina di una ventina di mesi, per poi farla andare a sbattere contro una sedia ferendola seriamente a una zampa? La sentenza del Tribunale di Busto Arsizio dello scorso inverno, che è stata confermata integralmente ieri dai giudici della Corte d’Appello di Milano, non ammette dubbi a riguardo. Sì, il calcio c’è stato: a sferrarlo è stato vicino della padrona della cagnetta.
LA CONDANNA
Il tutto è avvenuto in una casa di ringhiera in un paese a una dozzina di chilometri da Busto. Quel gesto - sintomo di «grave allarme sociale» perché «improntato alla crudeltà», per dirla con il giudice - è costato a un settantatreenne di origini calabresi una condanna per maltrattamento di animali. Niente reclusione - l’imputato era incensurato - bensì una sanzione pecuniaria: cinquemila euro più il pagamento di tutte le spese processuali.
LA DIFESA FALLITA
L’atto d’appello ha provato a scalfire le certezze del giudice di Busto Arsizio, ma la Procura Generale e la Corte d’Appello non hanno dato nessun credito né alla versione del vicino di casa, né tantomeno a quella della nipote. A questo proposito, il giudice di prime cure ha trasmesso gli atti alla Procura di via Volturno ritenendo che la donna, presente al momento del maltrattamento, abbia commesso falsa testimonianza. L’uomo si è sempre giustificato sostenendo di non avere mai preso a calci l’animale, ma di essersi limitato a sbottare il piede sul pavimento di casa in modo da fare allontanare la cagnetta che, a suo dire, aveva preso l’abitudine di intrufolarsi nel suo appartamento, lasciando spesso dietro di sé sgradevoli “ricordini”.
A suo dire, l’animale, spaventatosi, sarebbe andato a sbattere prima contro una bottiglia di vetro che si trovava in corrispondenza della porta finestra e poi contro una sedia. Una ricostruzione che cozza con il racconto della vicina, così come quello di altri testimoni oculari. Se nessuno lo ha visto nel momento esatto in cui ha scalciato la cagnetta, tutti hanno tuttavia potuto assistere al volo dell’animale e al successivo schianto.
LA DEPOSIZIONE DEL VETERINARIO
Il veterinario che l’ha avuta in seguito in cura ha confermato che quella lesione alla zampa, con tanto di problemi di flessione dell’arto e lesione della rotula, non poteva che essere conseguenza di un colpo sferrato da un umano.
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