L’OMICIDIO
Tracce di sangue di Vasilica sulla felpa di Mostoni
Depositati gli esiti del Ris sugli abiti dell’accusato del delitto della escort, in carcere a Busto Arsizio
Si fa più difficile la posizione di Andrea Mostoni, il ventinovenne accusato dell’omicidio di Vasilica Potincu. Nei giorni scorsi il Ris ha depositato al pubblico ministero Ciro Caramore gli esiti delle analisi disposte sugli indumenti repertati nell’abitazione di Robecco sul Naviglio: sulla felpa che indossava la sera del delitto e sulle suole delle scarpe c’erano tracce di sangue il cui dna è quello della escort. Martedì la procura ha depositato la richiesta di giudizio immediato, il processo davanti alla corte d’assise presieduta dal giudice Rossella Ferrazzi inizierà il 27 gennaio, il 19 dicembre la cassazione deciderà sul ricorso dell’avvocato Emanuela Re contro l’applicazione della misura cautelare, è quindi una fase molto delicata per l’imputato che comunque si è sempre dichiarato innocente.
L’aggressione
Mostoni sarebbe entrato nell’appartamento di via Stelvio - pied à terre che Vasilica utilizzava con altre due colleghi per ricevere i clienti - senza annunciarsi e con il coltello in tasca, portato verosimilmente da casa. Avrebbe afferrato la trentacinquenne tirandola per l’accappatoio che indossava e poi l’avrebbe colpita nove volte: fendenti al volto, alla gola, al torace e l’ultimo nella schiena. La lama era conficcata tra la scapola e la spalla sinistra, nessuna ferita da difesa sul corpo della donna, un lembo dell’accappatoio intriso di sangue poggiato sul volto e la cintura lassa sul collo. L’assassino quindi l’avrebbe colta di sorpresa mentre si preparava a rincasare da suo figlio. Mostoni - che è in carcere a Busto Arsizio dal 29 maggio - andandosene le avrebbe portato via il cellulare.
Il movente
Il ventinovenne, un personaggio ombroso e introverso, aveva conosciuto Vasilica sul sito online Bakeca, ma dopo i primi incontri a pagamento riuscì a strapparle qualche appuntamento romantico. A suo modo si era innamorato della rumena, per questo non aveva esitato a darle 50mila euro in un momento di difficoltà economica. A ottobre del 2024 la escort decise di interrompere la relazione sentimentale. Andrea la prese male e iniziò a pretendere la restituzione del denaro. Una miscela di rabbia, senso di abbandono e frustrazione avrebbero innescato la furia omicida.
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