TRIBUNALE
Intascava gli acconti ma non consegnava il pellet: prosciolto
Decine di clienti versarono soldi senza ricevere la merce dal venditore di Germignaga

Al momento, secondo il giudice, «non sussistono elementi per una ragionevole previsione di condanna». E così per l’imprenditore del pellet accusato di aver incassato acconti da decine di acquirenti, senza però consegnare la merce, il procedimento penale per insolvenza fraudolenta si è chiuso con una sentenza di “non doversi procedere”. In altre parole, è stato prosciolto, così come era già successo nel precedente processo per fatti analoghi.
DALLA CASA DEL PELLET A STRISCIA
La vicenda della “Casa del pellet” era finita anche sotto i riflettori di Striscia la notizia all’inizio del 2023, quando diversi cittadini del nord del Varesotto si erano rivolti al programma di Canale 5 denunciando di aver sborsato somme tra i 200 e i 700 euro dopo aver ordinato, nel 2022, sacchi del sempre più diffuso combustibile di origine legnosa. I sacchi non arrivarono però mai a destinazione, e il venditore non si fece più trovare, né in negozio, né al telefono. L’inviato Max Laudadio riuscì a rintracciare Manuel Ciminella, il legale rappresentante della società, che dichiarò di aver già investito quei soldi nell’azienda, ma si impegnò a restituire il denaro - o a consegnare il prodotto - agli acquirenti. In effetti, una decina delle 59 persone offese ha ritirato la querela dopo aver ottenuto quanto richiesto; per i relativi capi d’imputazione, quindi, all’udienza predibattimentale lo stesso pm ha chiesto il proscioglimento, mentre per tutti gli altri ha proposto la prosecuzione del processo. Richiesta condivisa dall’avvocato Nadia Frontello, legale dell’unico cliente costituito parte civile.
LA MANCANZA DI DOLO
Di tutt’altro avviso il difensore di Ciminella, l’avvocato Chiara Cozzi, secondo la quale a mancare era soprattutto l’elemento psicologico del reato, cioè la consapevolezza (la coscienza e volontà) dell’imputato di compiere un’azione illecita. Da qui la sentenza di “non doversi procedere” pronunciata ieri dal giudice del Tribunale di Varese Stefania Brusa. Ciminella - 55 anni, formalmente residente a Valganna, ma al momento irreperibile - rischiava fino a due anni di reclusione, la pena massima prevista per chi, “dissimulando il proprio stato d'insolvenza, contrae un'obbligazione col proposito di non adempierla”. Nel precedente procedimento, chiuso con la stessa formula da un altro magistrato, la Procura della Repubblica gli aveva invece contestato la truffa.
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