LA RIVOLUZIONE
Pronto soccorso, arrivano i rinforzi
Varese, il reparto del Circolo, in crisi, verrà affidato all’Università. Neolaureati in arrivo
Terapia d’urto, una cura radicale, forse l’estremo tentativo di rianimare il paziente prima di arrendersi a una prognosi infausta.
A Villa Tamagno, quartier generale degli ospedali varesini, se ne sono convinti. E anche nelle stanze del rettorato dell’ateneo dell’Insubria, partner istituzionale e operativo della principale azienda sanitaria pubblica varesina. La direzione del Pronto soccorso dell’ospedale di Circolo, reparto di trincea, penalizzato da un numero insufficiente di specialisti, da troppi avvicendamenti e da un pressing fuori controllo di pazienti sempre più anziani e pluripatologici, sarà affidata all’Università all’interno di un articolato progetto di riorganizzazione. Sul tema si sono confrontati a lungo il direttore generale Gianni Bonelli, il rettore Angelo Tagliabue e il presidente della scuola di medicina Giulio Carcano.
Un accordo sui contenuti della convenzione sarebbe stato raggiunto nei giorni scorsi, anche se mancherebbe ancora il sigillo dell’ufficialità. Questione di settimane, però, un paio di mesi al massimo. La notizia, intanto, rimbalza da un reparto all’altro del monoblocco senza che nessuno più s’affanni a opporre smentite. Saranno necessari altri incontri - fa sapere chi è informato dei fatti -, ma ormai si sta lavorando ai dettagli e alla definizione dei nuovi livelli di responsabilità nella squadra del Pronto soccorso, comunque già oggi caratterizzata da grande esperienza e professionalità. Un’accelerazione al processo di riorganizzazione sarebbe stata impressa dalle dimissioni del primario Saverio Chiaravalle, che ha detto addio il Circolo a fine maggio. Da quel giorno la responsabilità del Ps è affidata al dottor Massimo Bianchi, con una soluzione interna di carattere temporaneo in attesa della rivoluzione che ai piani alti dell’ateneo qualcuno aveva già ipotizzato.
Un Pronto soccorso a direzione universitaria, infatti potrebbe essere la leva da azionare per l’attivazione di una Scuola di specialità in medicina d’urgenza anche a Varese, con la conseguente immissione di giovani medici in una unità operativa dove pochi camici bianchi oggi accetterebbero di trasferirsi. «Anche l’attrattività del reparto ne trarrebbe giovamento» concordano a Villa Tamagno, ricordando i troppi concorsi d’assunzione andati deserti o quasi in passato. Da qui la scelta di favorire un più diretto coinvolgimento dell’ateneo, che potrebbe tradursi nella consegna delle «chiavi» del Pronto soccorso al professor Walter Ageno, docente di medicina interna, responsabile del Centro trombosi dell’Asst Sette Laghi, clinico di caratura internazionale e direttore delle struttura di degenza breve internistica del Circolo. Un investimento strategico per l’Università, una soluzione condivisa dai manager dell’ospedale, impegnati nel breve a colmare i vuoti nell’organico del Pronto soccorso con medici concessi “in prestito” da altre unità delle aree internistica e chirurgica. I turni da coprire, solo a luglio, saranno una settantina, le adesioni volontarie si sono rivelate insufficienti e, nei prossimi giorni, sono attesi i primi «ordini di servizio» con trasferimenti di giornata imposti dallo «stato di necessità».
Una chiamata per Ageno
Il fronte della sanità vive un momento di emergenza numerica e organizzativa. E poiché il «primario» del Pronto soccorso, è al momento un direttore facente funzioni, ecco che si prospetta una rivoluzione copernicana. Con la chiamata, a dirigere la struttura, di un universitario. Il nome più accreditato è quello di Walter Ageno, professore associato di Medicina interna e responsabile della Degenza breve internistica all’ospedale di Circolo. Un «prof» che ha all’attivo quasi 400 pubblicazioni ed è coordinatore di molti studi multicentrici nazionali e internazionali sulle patologie tromboemboliche e sui farmaci antitrombotici. Al grande pubblico è conosciuto infatti perché è “il medico delle vene”. Tra gli insegnamenti tenuti dal professor Ageno, oltre ad Angiologia, Emostasi e Geriatria e Gerontologia, oltre a lezioni sulle Malattie dell’apparato cardiovascolare, vi è anche l’insegnamento per gli studenti dell’ultimo anno in Medicina d’urgenza e pronto soccorso. Se la scelta della direzione universitaria cadrà sul professor Ageno, il motivo sarà però anche un altro. E cioè il fatto che dal 2014 dirige il reparto di Degenza breve internistica, nato proprio per affrontare e dare “una valvola di sfogo” al sovraffollamento del Pronto soccorso. Terzo piano del monoblocco, 14 posti letto,la degenza breve internistica accoglie quei pazienti che arrivano dal Pronto soccorso e hanno bisogno di un veloce inquadramento diagnostico oltre che di una terapia in ospedale di breve durata. Il passo successivo è quello di arrivare alle dimissioni rapide o al trasferimento in altri reparti. I pazienti che possono essere accolti nella Degenza breve internistica sono considerati pazienti stabili, ricoverati per problematiche per esempio collegate allo scompenso cardiaco, alle polmoniti o ad altri problemi respiratori e a infezioni urinarie piuttosto che per emorragie digestive. L’équipe, coordinata da Walter Ageno, funziona e bene e rappresenta una sorta di collegamento tra il Ps e gli altri reparti. La nascita del reparto ha preso spunto da esperienze caratteristiche della sanità anglosassone ed è stata seguita dall’apertura anche della Chirurgia a degenza breve, attivata in concomitanza con la chiusura del reparto di degenza vera e propria collegato al Pronto soccorso (dove oggi c’è la Neurologia). Fondamentale sarà, nella gestione del reparto, la collaborazione e la comunicazione con chi da una vita conosce situazioni e problemi del Ps. Al momento, dopo le dimissioni di Saverio Chiaravalle, la direzione è affidata in via temporanea a Massimo Bianchi, medico di lungo corso che ha passato una vita in Ps e che raccoglie consensi bipartisan, sia tra gli ospedalieri sia tra gli universitari.
Barbara Zanetti
© Riproduzione Riservata