BRUXELLES
Quella notte in cui un italiano rubò la Gioconda

(ANSA) - BRUXELLES, 19 OTT - Nella notte tra il 21 e il 22
agosto 1911, il Louvre è chiuso per manutenzione. Un uomo,
vestito da operaio, si aggira nel Salon Carré, dove è esposto il
ritratto più celebre del mondo. Poche ore dopo, la Gioconda di
Leonardo da Vinci scompare. Fu l'inizio del furto più celebre
nella storia dell'arte. Dietro al colpo c'era Vincenzo Peruggia,
imbianchino originario di Dumenza, in provincia di Varese.
Convinto - erroneamente - che il dipinto fosse stato trafugato
da Napoleone e deciso a "riportarlo in Italia", mise a punto un
piano tanto semplice quanto audace: lavorando per la ditta
incaricata della manutenzione del museo, conosceva le abitudini
del personale e le misure di sicurezza. Quel giorno staccò la
tavola dalla cornice, la nascose sotto il cappotto e si dileguò
indisturbato.
La sparizione venne scoperta soltanto il giorno dopo. In un
primo momento si pensò a un errore d'inventario o a un prestito
non registrato. Poi l'incredulità lasciò spazio all'evidenza: la
Gioconda era stata rubata. Le indagini, che si protrassero per
oltre due anni, coinvolsero anche figure di spicco
dell'avanguardia culturale come Guillaume Apollinaire e Pablo
Picasso, entrambi sospettati e poi scagionati. Nel dicembre
1913, Peruggia - ormai rientrato in Italia - contattò
l'antiquario fiorentino Alfredo Geri, proponendogli di vendere
il dipinto a condizione che restasse nel Paese. L'11 dicembre,
Geri e il direttore degli Uffizi Giovanni Poggi si recarono
nella stanza d'albergo dove il quadro era nascosto. Riconobbero
subito l'autenticità dell'opera e avvertirono la polizia, che
mise in sicurezza il dipinto e arrestò Peruggia, destinato a
passare alla storia come 'il ladro della Gioconda'. Il
capolavoro di Leonardo fu esposto temporaneamente agli Uffizi e
in altri musei italiani, prima di tornare, nel gennaio 1914, al
Louvre, accolto da una folla entusiasta.
L'episodio non è l'unico nella storia di furti del museo
parigino, che oggi custodisce oltre 33mila capolavori: nel 1983
due armature rinascimentali furono trafugate e recuperate
soltanto quarant'anni dopo. E il Louvre stesso porta ancora i
segni dei saccheggi napoleonici, che continuano ad alimentare il
dibattito sulla restituzione delle opere d'arte. (ANSA).
© Riproduzione Riservata