ROMA
Sale l'occupazione tra i laureati, ma sempre sotto l'Ue
(ANSA) - ROMA, 03 DIC - In Italia si conferma il "premio
occupazionale" dell'istruzione: per i laureati e in generale per
coloro che hanno proseguito gli studi dopo la scuola secondaria,
infatti, la probabilità di trovar lavoro è maggiore rispetto a
quella di coloro che non vanno avanti con gli studi.
Ne dà conferma il report Istat su livelli di istruzione e
ritorni occupazionali nel 2024, secondo cui però la modesta
crescita dei laureati in Italia non riduce il differenziale con
la media Ue e anche il tasso dei laureati che trova lavoro in
Italia è inferiore a quello mediano dei partner europei.
Lo scorso anno il tasso di occupazione dei 25-64enni, pari al
70,1%, raggiunge l'84,7% tra coloro che possiedono un titolo
terziario, un valore superiore di 10,7 punti a quello di chi ha
un titolo secondario superiore (74,0%) e di 29,7 punti a quello
di chi ha conseguito al più un titolo secondario inferiore
(55,0%). Questo tasso è tuttavia inferiore di 3,1 punti rispetto
alla media Ue. D'altra parte, il tasso di disoccupazione dei
laureati, pari al 3,2%, è significativamente più basso rispetto
a quello dei diplomati (5,3%) e di coloro che hanno al più un
titolo secondario inferiore (9,1%).
Se la quota di diplomati è in linea con la media europea,
quella di chi ha conseguito un titolo di studio terziario
(22,3%) è decisamente più bassa (36,1%, nella media Ue27).
Poiché la crescita osservata tra il 2023 e il 2024, in Italia,
risulta inferiore alla media Ue27 (+0,7 punti contro i +1,0
punti), il differenziale non si riduce, mantenendo l'Italia al
penultimo posto nella graduatoria dei Paesi (dopo la Romania),
con una quota pari a circa la metà di quella registrata in
Francia e Spagna (43,4% e 42,0%).
A livello nazionale, l'Istat osserva inoltre che nel 2024 il
divario territoriale Nord-Mezzogiorno del tasso di occupazione
dei laureati continua a diminuire confermando l'andamento degli
ultimi anni: tra i 25-64enni la distanza è di 11,0 punti (88,3%
e 77,3% i rispettivi tassi), mentre nel 2023 era di 11,9 punti e
nel 2018 di 15,7. Tra i 30-34enni il divario è più alto, ma
comunque in calo: il gap si attesta a 17,8 punti (91,1% e 73,3%
i rispettivi tassi) rispetto ai 19,8 punti nel 2023 e ai 26,5
nel 2018. (ANSA).
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