LE OPINIONI
Tre suore da film imbarazzano il Vaticano
Oltraottantenni, fuggono dall’ospizio e occupano il loro convento
Le nuove generazioni sanno poco di occupazioni e se gli esempi sono gli invasati che hanno violato la redazione de “La Stampa” c’è poco da stare allegri. Certo, ancora oggi avvengono episodi del genere, nei licei o nelle università, ma la sensazione è che si sia persa un po’ di quella mentalità non tanto rivoluzionaria, quanto desiderosa di affermare se stessi, far sentire di avere una voce che possa essere ascoltata. Se un tempo i giovani volevano dire la propria, ora la sensazione è che si tratti della conseguenza di dibattiti da social fatti di opinioni condizionate dal manicheismo della propaganda senza una vera e propria riflessione socio-politica. Non immaginiamo come sarebbero stati gli anni ‘70 se ci fossero stati i social ma c’è una vicenda che pare la trama di un film con Whoopi Goldberg, che ci fornisce un esempio tutt’altro che banale perché ribalta completamente i canoni del concetto di occupazione.
Partiamo dal fatto che le protagoniste di questa incredibile vicenda sono tre suore ultraottantenni ed è già chiaro che il quadro è ancora più stimolante. Bernadette, Regina e Rita, rispettivamente 88, 86 e 82 anni, sono tre religiose che, dopo una vita vissuta nel convento austriaco di Kloster Goldenstein, una volta rimaste le uniche occupanti, si sono viste trasferite a forza in una struttura per anziani dopo che il prevosto ha stabilito la chiusura del ritiro.
Fin qui potrebbe sembrare tutto normale, magari un po’ brutale, ma in fondo perché tenere aperto un convento per tre persone? Peccato che a non essere d’accordo siano state proprio Bernadette, Regina e Rita che hanno scelto il modo più spettacolare per dimostrare di essere perfettamente in grado di badare a se stesse: una “evasione” degna di Clint Eastwood in “Fuga da Alcatraz” e le barricate all’interno del convento, tornato a essere la loro casa. Per scappare dall’ospizio queste tre meravigliose vecchiette (già immaginiamo un film con Helen Mirren, Brenda Blethyn e, se fosse ancora fra noi, Maggie Smith), hanno usufruito dell’aiuto delle altre ospiti, mentre per riprendere possesso del Goldenstein si sono fatte aiutare da un fabbro per forzare la serratura del portone d’ingresso. E, se si pensa che siamo già a livelli di sceneggiatura, bisogna conoscere anche il resto della vicenda per comprenderne il peso: non solo le tre monache, munite di cibo e altri beni di prima necessità, hanno messo in atto una vera e propria occupazione della struttura ma, in più, hanno reso il loro atto di dominio pubblico aprendo un profilo Instagram nel quale spiegare la propria scelta e raccontare la propria routine. Immediatamente è stato il boom con oltre 260mila followers e addirittura sottoscrizioni per aiutare le tre donne, nell’imbarazzo generale delle istituzioni religiose, primo fra tutti il prevosto che ha parlato di «violazione del voto di obbedienza». L’alto prelato ha poi deciso di concedere alla tre di restare nel convento fino a nuovo ordine a patto di chiudere la battaglia mediatica, trovando però un netto rifiuto: «I social sono l’unica protezione rimasta», hanno affermato, sollevando un quesito ormai sempre più impellente. Quanto l’esposizione attraverso canali internet è in grado di rendere inattaccabile una protesta? Sarà il Vaticano, almeno in questo caso, a farsi carico di una risposta, ma non è detto che sia quelle più corretta.
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