IL PROCESSO
Medicine sospese: non c’è truffa
Scagionati due farmacisti varesini, nei guai per 22 confezioni ordinate, pagate ma non ritirate dai clienti
Farmacisti indagati per truffa a causa dei «medicinali sospesi», cioè quelli ordinati e pagati dai clienti, accantonati per la consegna ma mai ritirati in negozio. Ma il processo finisce ancora prima di iniziare, con una sentenza di non luogo a procedere in quanto «gli elementi acquisiti non consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna». Così ha deciso, nell’udienza predibattimentale di oggi, martedì 2 dicembre, il giudice Alessandra Sagone, accogliendo la richiesta degli avvocati Jacopo Arturi e Stefano Ribolzi, i difensori dei due titolari di una farmacia di Varese.
L’indagine nasce da un sopralluogo dei Nas che, nel 2022, trovarono 22 confezioni di farmaci – per un valore totale di oltre 500 euro – accantonate per essere consegnate a pazienti che, dopo averle ordinate e pagate, non le hanno ritirate. Medicine prescritte da regolari ricette e per cui, come da prassi, le farmacie poi chiedono il rimborso ad Ats (non costituita parte civile). Da qui l’accusa di truffa, la cui insussistenza però, per la difesa, è provata dal fatto che le confezioni erano ancora in negozio. Nessun profitto ingiusto, dunque, che ci sarebbe invece stato se fossero state rivendute ad altri clienti. Tesi condivisa dal giudice che ha stabilito che il processo non si svolgerà.
© Riproduzione Riservata


