IL BOOM E LE CRITICHE
La Festa della Montagna divide: residenti contro
Amici del Sacro Monte contro alpini: troppe persone, rumore fino a notte fonda

Il successo della Festa della Montagna provoca anche critiche e proteste. Il Gruppo cittadino dell’Associazione nazionale alpini, infatti, è messo sotto accusa dai residenti al Sacro Monte. Festeggiando un altro straordinario successo della manifestazione che quest’anno ha richiamato in vetta oltre 15mila persone, le Penne nere varesine devono anche assaporare l’amaro calice delle critiche di coloro che vivono in una delle zone più esclusive del capoluogo.
LE CRITICHE
Portavoce del malcontento generato dalla kermesse ferragostana degli alpini varesini è la presidente dell’Associazione Amici del Sacro Monte, Maria Rosa Bianchi. Da sette anni alla guida dell’associazione, la Bianchi si dichiara «molto preoccupata per l’evoluzione della manifestazione». Nell’analisi della situazione, dopo aver sottolineato il fatto che «siamo in un parco naturale», pone un interrogativo che chiama in causa anche la giunta comunale guidata dal sindaco Davide Galimberti: «Ci si lamenta dell’overtourism e qui si lasciano salire 15.000 persone?». Anche il servizio delle navette che trasportavano gli ospiti dal palazzetto dello sport di Masnago in vetta non viene risparmiato dalle critiche: «Il passaggio continuo degli autobus non giova affatto alla fragilità del territorio».
SCHIAMAZZI FINO A NOTTE FONDA
Ironico il commento della presidente Bianchi, quando descrive la condotta di guida degli autisti del servizio pubblico «che hanno deliziato noi residenti, ogni giorno fino a mezzanotte per una settimana, con il rumore creato anche nei passaggi serali e notturni quando l’utilizzo degli avvisatori acustici avrebbe potuto essere sostituito dall’impiego dei dispositivi di segnalazione visiva». Dopo aver espresso dubbi anche sulla corretta applicazione del blocco del traffico veicolare privato dal bivio con via del Ceppo fino in vetta, biasima il comportamento «dei gruppi a piedi che scendevano schiamazzanti fino alle 4 di notte». Pur riconoscendo che per gli alpini l’evento «è sicuramente un successo» e rimarcato che «il luogo non è assolutamente idoneo», la presidente degli “Amici del Sacro Monte” esprime un giudizio che farà certamente discutere e imporrà a Verdelli e ai suoi più stretti collaboratori una seria e approfondita riflessione su quale dovrà essere il futuro dell’appuntamento dell’Assunta: «La Festa della montagna, così come l’aveva concepita monsignor Pigionatti, era tutt’altra cosa, di breve durata, più sobria e forse anche più sentita».
IL FUTURO
Verdelli potrebbe anche decidere di ridimensionare un evento che in 28 anni ha fatto crescere in modo sensazionale e che lo ha proiettato alla ribalta della scena provinciale. Un capolavoro che, in oltre un quarto di secolo, gli ha regalato tante soddisfazioni ma, soprattutto negli ultimi anni, anche qualche motivo di preoccupazione determinato dal ricambio generazionale all’interno dell’associazione che, con il passare degli anni, richiede uno sforzo sempre maggiore nel reclutamento di nuovi volontari da impiegare nella gestione dei vari momenti della Festa.
IL BIS TEMUTO
La diffusione della notizia, nei mesi scorsi, di una possibile riapertura del Grand Hotel e la dura presa di posizione dei residenti sulla montagna nei confronti degli organizzatori della Festa e dell’amministrazione comunale, non sembra lasciare molto spazio alla proposta avanzata il giorno di Ferragosto da un cicloamatore del Martica Bike Team, Stefano Ciotti, di aggiungere anche un’edizione invernale della Festa. Un’idea, accolta con favore dal popolo dei social, che invece «preoccupa molto» i “custodi” del Campo dei Fiori.
“GRAVE INCURIA”
Infine, l’affondo conclusivo di Maria Rosa Bianchi è contro il sindaco Galimberti e la sua giunta: «Noi residenti del Campo dei Fiori viviamo disagi quotidiani dovuti alla grave incuria in cui la nostra Amministrazione pubblica lascia il nostro territorio con alberi pericolanti, assenza di guard rail e strisce bianche ai lati della strada». «Qualche giorno prima della Festa della montagna - continua - viene effettuato lo sfalcio dei cigli stradali. Questo è l’unico vero vantaggio della Festa senza la quale probabilmente - conclude - continueremmo a transitare nella giungla».
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