LETTURE INTERESSANTI
Abbracci medievali e dove trovarli
Racconto della storia di un gesto tra arte e vita
C’è un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci, ricordava il libro biblico del Qoelet. L’abbraccio è un gesto semplice, spontaneo, spesso scontato. Ne abbiamo riscoperto il bisogno e rivalutato l’importanza quanto è stato vietato per ragioni “di salute pubblica”, privandoci di uno strumento di comunicazione e di relazione sociale. Nel medioevo, epoca in cui il gesto integrava fortemente la parola più di quanto non avvenga oggi, l’abbraccio era rivestito di molte semantiche, ancora più accentuate nei racconti scritti e nelle immagini, terreno su cui ha indagato Virtus Zallott, docente di Storia dell’Arte Medievale all’Accademia di Belle Arti di Brescia e autrice del libro “Un Medioevo di abbracci” appena uscito (Il Mulino, 26 euro). «L’abbraccio - scrive Zallot nella presentazione - è un gesto relazionale universale, nel quale due o più esistenze si incontrano scambiandosi un’impronta emotiva, talvolta indelebile. È un recinto corporeo entro cui (o con cui) si ama, accoglie, congeda, protegge, consola, sostiene, trascina, talvolta aggredisce e altro ancora. Oltre che intimità amorosa è traduzione visiva, dunque dichiarazione anche pubblica». Nel volume immagini e parole inseguono abbracci di amici e amanti, madri, bambini, santi e peccatori, umani e divini, metaforici e reali, offrendo uno specchio entro cui osservarci, scoprendo che ci appartengono e parlano di noi.
L’INTERVISTA
Virtus Zallott, come nasce l’idea di questa indagine?
«Nasce dalla considerazione che si tratta di un gesto rivelatore, che riesce a esternare quella che è una situazione interiore, soprattutto in rapporto all’altro. Diventa un modo per indagare quelle che sono le relazioni tra le persone, non solo relazioni amorose e affettive ma anche relazioni di tipo civile, sociale e metaforico, quale gesto pubblico esibito proprio a indicare la volontà o l’auspicio di convergenze più ampie di quelle personali. Mi interessava la pregnanza e la ricchezza di questo gesto antichissimo e universale, tanto che lo pratichiamo ancora oggi con quasi le stesse valenze e significato. Nell’arte e nella letteratura medievale i gesti sono sempre piuttosto eclatanti e questo ci aiuta a leggerli in profondità, è una sorta di realtà aumentata, uno specchio in cui ci vediamo meglio perché nel mondo medievale il linguaggio corporeo integrava e spesso sostituiva, le parole».
Quanti diversi abbracci?
«Tanti, in immagini e parole, che nel libro si accompagnano e dialogano tra loro; le citazioni testuali (testi sacri e del teatro sacro, agiografie, poemi e poesie, romanzi, novelle, cronache letterarie) sostanziano il discorso, aiutano a leggere le immagini. Ho scelto di fare parlare le fonti, testuali e iconografiche, organizzate secondo un filo logico e narrativo. Ci sono abbracci sinceri e non sinceri, abbracci che accolgono o che riconciliano; abbracci malinconici di due amanti che si lasciano o abbracci gioiosi di amici che si ritrovano. Ci sono anche abbracci con valenza negativa: un abbraccio può diventare una morsa, strumento di tradimento; si abbraccia per proteggere ma anche per uccidere. Ci sono poi abbracci a cose e ad animali e abbracci metaforici e virtuali, che aderiscono a ideali, progetti e modi di vita. Ci sono abbracci famosissimi, altri apparentemente marginali ma mai casuali, sempre portatori di significato. Bisogna imparare a scoprirlo».
Cosa è emerso da questa ricerca?
«Le tante declinazioni degli abbracci tra innamorati e amanti che diventano la cartina di tornasole della varietà delle situazioni e condizioni amorose. Fanno emergere la concezione dell’amore, della relazione tra uomo e donna, del peccato. Poi mi hanno colpito gli abbracci ai bambini: mi interessava capire come, portandoli in braccio (per necessità), essi sono anche abbracciati. Emerge inoltre una differenza di genere, potremmo dire, nell’abbraccio: le braccia femminili sono affettuose, quelle maschili molto meno. Mi ha colpito la scandalosa sensualità con cui sono descritti gli abbracci al divino da parte delle mistiche, in cui il piacere corporeo diventa lo strumento per indagare il piacere spirituale. Ne esce un Medioevo “sexy” che non ci si aspetta».
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