VETERINARI
Olistica, la medicina alternativa

Una medicina veterinaria alternativa, che segue l’animale dal punto di vista sia fisico sia psicologico e nel suo rapporto con l’ambiente e con gli altri e utilizza solo cure di tipo naturale: è la medicina veterinaria olistica, che si concentra sugli animali nel loro complesso e che imposta il suo metodo di lavoro dal punto di vista energetico come parte prevalente rispetto a quello materiale.
«La medicina veterinaria olistica non è molto diversa da quella olistica rivolta al paziente umano - spiega la veterinaria Francesca Agabio -. Considera la totalità dell’individuo, l’ambiente in cui vive, anche sotto l’aspetto emozionale, tenendo in considerazione le interconnessioni energetiche con ambiente, proprietario, con altri animali, e quanto l’animale vive da un punto di vista energetico più che fisico». Il suo sito e la sua pagina Facebook offrono uno spaccato molto dettagliato di come i rimedi naturali e basati su questa tipologia di cura possano essere condotti e del perché di alcune scelte. Tra cui le personalmente ha messo anche quella di non avere uno studio, ma di seguire i “pazienti” al loro domicilio o su consulenze a distanza.
«L’approccio della medicina veterinaria olistica non è quello di mandare via un sintomo - precisa -, anche se naturalmente si gestiscono anche situazioni con patologie per esempio oncologiche. La risposta non è il farmaco. L’importante è far emergere le problematiche e dare energia per affrontarle. L’obiettivo non è togliere il sintomo, ma mettere energia positiva, riempire il paziente di energia per farlo tornare al suo equilibrio, tenendo dunque in considerazione tutte le connessioni, anche l’alimentazione e lo stile di vita. Tenendo conto di tutti questi aspetti emergerà un blocco su cui lavorare».
Le tecniche di intervento sono diverse a seconda dell’animale e si possono applicare a tutte le specie, dai cavalli agli animali più piccoli come cani e gatti: viene usata anche sugli “sportivi” con un lavoro di «pulizia energetica che significa tanto, anche come base per le generazioni future». E importante è l’empatia, la simbiosi che si crea tra animale e proprietario. «Esistono strumenti di biorisonanza – spiega Francesca Agabio – software che si basano sui principi della medicina quantistica. Un tipo di seduta che si può eseguire anche a distanza, partendo da materiale biologico come pelo o crine o saliva, o immagini digitali. A ciò si somma il tatto, il vedere l’animale: emergono come pezzi di puzzle da costruire».
L’aiuto è sicuramente anche fisico, ma la parte a cui fare molta attenzione è «il messaggio informazionale che può far emergere anche traumi passati, risalenti anche al periodo gestazionale o ai primi mesi di vita e che talvolta possono legarsi a situazioni di uso precoce di antiparassitari, per esempio, o a sistemi allevatoriali che talvolta non tengono conto di questi aspetti». Dunque spesso una patologia dell’animale può essere ricondotta proprio a traumi emotivi o intossicazioni.
«L’attenzione - prosegue la veterinaria - è quindi non su un solo sintomo, ma considera il paziente nella sua totalità». I rimedi sono di tipo omeopatico, con medicine alternative, erbe. «Inoltre - sottolinea Agabio - è quasi una quotidianità che quando si lavora in questo modo su un animale, spesso cambia qualcosa anche nel proprietario. Gli animali sono guide, arrivano a noi portandoci un messaggio, ci fanno da specchio, ci fanno confrontare con i nostri limiti, ci portano a sviscerare spesso le nostre problematiche. Hanno una funzione, un ruolo: con gli animali si fanno passi avanti, scelgono di farsi carico delle nostre problematiche. E accade in alcuni casi che prima guariamo noi, prima guariscono anche loro. Hanno la funzione di farci comunicare con il resto della natura».
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