IN MOSTRA
Arcangelo Sassolino, il metronomo: metafora della vita
La condizione del desiderio. Fino al 25 febbraio alle scuderie di Villa Panza a Varese
Un tempo sospeso, scandito dal lento e costante movimento di oscillazione del lungo braccio dell’imponente metronomo creato dallo scultore vicentino Arcangelo Sassolino per le scuderie di Villa Panza a Varese. All’estremità del braccio di ferro stanno appese pesanti lastre di marmo bianco, un antico materiale che riattualizza un’idea del classico nel confronto con la forza architettonica della villa. L’immensa macchina “impossibile”, azionata da un compressore ad acqua, genera un rumore di sottofondo, un cigolio, voce della materia in tensione, e scandisce lo scorrere delle ore, divenendo una metafora del desiderio umano di misurare ciò che per sua natura è incontrollabile: il tempo stesso. Sassolino analizza i materiali, marmo, ferro, legno, non solo dal punto di vista estetico e creativo; ne studia la fisica, ne indaga la tenuta, l’interno, il DNA, un po’ come quello che succede nella ricerca scientifica, cercando di dare così una nuova anima alla scultura, entrando in territori ancora inesplorati.
«Sono ossessionato - racconta - dalla questione del continuo passare del tempo e sento il bisogno di cristallizzare un pensiero che sia in qualche modo assoluto. In questo senso annaspo tra materiali diversi, come se mi venissero addosso mentre osservo la realtà, e mi interessa caricarli da quelle forze immateriali per renderli instabili e metafora di chi siamo come individui. Ogni oggetto, anche il più comune, mi fa pensare a chi lo ha progettato e realizzato, aprendo dentro me una tridimensione senza limiti che voglio esplorare: è per questo che non sono tanto interessato alla forma quanto a quello che non vediamo e percepiamo ma che riesce tuttavia ad attivare energie, suscitando in noi immense emozioni». La grande installazione di Sassolino è una metafora della condizione umana, intrinsecamente legata all’imprevedibilità della vita e di un desiderio che, sottolinea la curatrice Angela Vettese, «non può mai dirsi soddisfatto e che, nel suo moto pendolare, impone continuamente un dispendio di energie e uno stato di allarme che sono, anch’essi, dati costanti della poetica di Sassolino». Questo progetto si inserisce nella tradizione di Villa e Collezione Panza, che negli anni ha accolto lavori legati al confronto tra arte, natura e scienza. «Project-room con opere site specific - dice Gabriella Belli responsabile del programma scientifico di Villa Panza -, che inviteranno il pubblico a confrontarsi con esperienze e linguaggi di artisti talentuosi, giovani e non, dialoganti con le opere della collezione permanente e capaci di sollecitare la curiosità dei visitatori attraverso lavori che si confronteranno con quella che fu la linea culturale di Panza, mostrando inedite esperienze creative».
© Riproduzione Riservata