BRENTA
Ho trasformato il mio paese in un mosaico

Presi da soli non dicono niente. Messi assieme, invece, possono dare vita a un capolavoro. Il mondo, la natura e gli esseri viventi sono un po’ come un mosaico. Le cellule e gli atomi, singolarmente, non avrebbero significato mentre, nel loro insieme, danno vita all’esistenza. Così il mosaico: tanti piccoli tasselli posti con pazienza e abilità uno accanto all’altro, sono in grado di creare l’arte, un’arte antichissima.
Ovvero una tecnica nata in Mesopotamia e che ha raggiunto il suo culmine a Ravenna, ha recentemente impreziosito anche il borgo di Brenta. In questo luogo dove vivono 1700 anime, all’ingresso della Valcuvia, come capita a molti paesini, il centro storico rischiava di ingrigirsi e a dominare lo scenario erano soprattutto le automobili parcheggiate e il cemento delle pareti. Poi arriva un artista e l’idea: trasformarlo nei paesi dei mosaici. Dopo gli anni di studio a Milano, Ravenna e Parigi, Andrea Sala, in arte Arend, ha deciso di tornare a casa. Nella vecchia casa di famiglia ha aperto un bed and breakfast artistico “La corte di Brenta” ma, come avviene spesso con l’arte, la contaminazione della sua passione e professione, ha contagiato il paese intero. Ed ecco che il mosaicista, in collaborazione con l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianpietro Ballardin, ha iniziato a esportare i mosaici sui muri del paese e nell’anima delle persone del posto. Per esempio, dal 2013, il municipio gli ha messo a disposizione i locali della vecchia latteria di piazza Diaz, oggi sede del suo laboratorio e dei corsi. Poi c’è un salto di qualità: nel 2015 è partito il progetto ” Le finestre di Brenta”, a cui prendono parte mosaicisti internazionali. In sostanza Arend li ha ospitati nel suo b&b e, in cambio, gli artisti, hanno lasciato una loro opera sugli edifici di Brenta: una finestra mosaicata, appunto, coi suoi colori e uno sguardo verso il futuro, il prossimo o, semplicemente verso i passanti, a seconda delle interpretazioni di ognuno. Questo rito del mosaico di Brenta si è poi rinnovato annualmente, attraverso la realizzazione di opere, che si sono snodate lungo le vie del paese. «In particolare – dice l’artista - è grazie alla risposta positiva degli stessi abitanti di Brenta, che in questi anni si è venuto a tracciare un percorso condiviso e partecipato, inclusivo, che fin dai suoi albori ha puntato a fortificare valori cari alla comunità quali la condivisione, lo scambio e l’integrazione». Inoltre, in questo caso, il nome della piazza che ha ospitato una delle creazioni, realizzata da bambini e adulti, è emblematico, perché evoca un tema trasversale nell’opera stessa e anche in tutta la produzione di Arend: la Pace. Il murales che si è andato a creare, partendo dai pesci, ha lasciato spazio alla fantasia: così c’è chi ha incominciato a dare vita a variopinte specie di uccelli. La natura, infatti, è il leit motif che ha animato gran parte delle opere presenti nel paese. Così, mentre i pesci e i volatili si sono andati moltiplicando nella piccola bottega, l’opera finale si è andata via via delineando sempre più chiaramente, prima nell’immaginario di Arend e, in un secondo momento, lungo i muri della piazza.
«Ciò che mi affascina di più del mosaico – afferma ancora Arend – è il fatto che bisogna distruggere e rompere il materiale, per poi creare qualcosa di nuovo. Anche il fatto di usare materiale riciclato recuperato è molto affascinante: si tratta di piastrelle e marmi destinati alla discarica, che mi vengono regalati e a cui doniamo una seconda vita artistica».
E così, su ispirazione di Arcumeggia, il paese dipinto, Brenta, situata a pochi chilometri di distanza, è diventato il paese dei mosaici. Qui oggi si possono ammirare mosaici di ogni tipo: «Per esempio – conclude l’artista – ci sono quelli che toccano punte di lirismo o di ironia, oppure riflettono sul significato del gesto di frammentare, sui pericoli della società globalizzata, sul senso della vita. Alcuni evocano universi improbabili, altre celebrano l’estetica del quotidiano non senza connotazioni simboliche». Insomma, basta andare e scoprirli. Chiaramente quando terminerà la zona rossa.
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