DA PROVARE
Il silenzio migliora la vita

Zitti. Spegniamo lo smartphone, computer e televisioni. E andiamo a caccia del silenzio con il silent retreat.
Di colpo sembra di tornare a scuola, quando la maestra non ne poteva proprio più del gran baccano e diceva: «Si fa il gioco del silenzio». Aveva la capacità di riportare pace e armonia in classe ricreando un momento magico per tutti. Oppure l’ora di silenzio pomeridiano che i nonni costringevano a compiere.
Di accendere la televisione proprio non se ne parlava e bisognava stare zitti. Non restava altro che pensare immersi in una poltrona restando immobili mentre in casa i rumori erano banditi. In mezzo a tanto chiasso, continui stimoli dei messaggi Whatsapp, notifiche dei social network e il flusso continuo di rumori, parole e comunicazione, il gran silenzio ora è una necessità. Per non soccombere alla vita quotidiana.
Estraniarsi dagli affanni e dagli assilli è ormai diventato il vero lusso e una pratica sempre più richiesta, in particolare dai Millennials che, stremati da superstress, decidono di investire sul benessere.
La pratica più ricercata è il “silent retreat”, ovvero il ritiro interiore e di meditazione e yoga, che secondo una ricerca del Global Wellness Institute è tra i trend di quest’anno nell’ambito wellness.
Una vera e propria mania che ha coinvolto anche il mondo dello star system, come riportato sui giornali britannici Independent e The Guardian: da Gwyneth Paltrow a Natalie Portman, fino ad arrivare a Oprah Winfrey.
«I benefici dei ritiri interiori sul corpo e sulla mente favoriscono uno spazio ideale per ritrovare pace interiore e tranquillità, riducono i livelli di cortisolo, ormone dello stress, permettono di distaccarsi dalla routine quotidiana e di ampliare la percezione mentale», spiega l’esperto Andrea Di Terlizzi tornando a parlare anche di eremitaggio come pacificazione di cuore e mente.
«L’esperienza interiore dell’èremos, vale a dire un ritirarsi che implica un sistema completo di rigenerazione e pacificazione della mente che può essere di aiuto per ricomporre squilibri profondi».
Insomma c’è la necessità di dare un taglio netto alla quotidianità ricreandosi una “bolla” dove praticare il silenzio. Il medico e ricercatore italiano (e musicista amatoriale) Luciano Bernardi ha scoperto accidentalmente che per il nostro cervello due minuti di silenzio sono più rilassanti di qualsiasi melodia e che due ore di silenzio al giorno favoriscono lo sviluppo di nuove cellule nell’ippocampo, la regione cerebrale dove si formano i ricordi legati a esperienze sensoriali.
Studi successivi hanno confermato i tanti benefici della cura del silenzio: dalla riduzione dell’ansia al miglioramento della memoria. Basti pensare che una ricerca della American Psychological Association e pubblicata su USA Today ha evidenziato come sessioni di meditazione spalmate in più giorni conducano a una liberazione di dopamina, neurotrasmettitore che regola il tono dell’umore, e a un rafforzamento delle sinapsi in diversi punti del sistema nervoso, favorendo la concentrazione sul posto di lavoro.
E ancora, secondo uno studio pubblicato sulla rivista britannica The Lancet, i ritiri di rigenerazione migliorano la funzione polmonare, riducono la pressione sanguigna e permettono di acquisire una consapevolezza maggiore del presente.
Non resta che partecipare a un ritiro interiore e godersi un po’ di meritato silenzio.
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