DA SAPERE
Gesticolare aiuta ad esprimersi

Un libro degli psicoterapeuti australiani Allan e Barbara Pease ha un titolo che fa sorridere: «Perché mentiamo con gli occhi e ci vergogniamo con i piedi?» (Bur 2008, 12 euro). Fa sorridere ma in poche parole riassume tanti concetti importanti: quelli legati al linguaggio del corpo. E, al suo interno, anche quelli della gestualità. Circa duecentocinquanta, secondo le ricerche della psicologa Isabella Poggi, i gesti che utilizzano abitualmente comunicando gli Italiani, popolo che a proposito di linguaggio gestuale non scherza per niente, utilizzando quello più ricco e articolato al mondo, testimonianza, secondo alcuni studiosi e ricercatori del settore, forse anche delle tante popolazioni che ci hanno dominato e abitato.
Secondo uno dei primi studiosi che fin dagli anni Cinquanta si occupò di linguaggio corporeo, Albert Mehrabian, un messaggio è composto da parole per il 7%, per il 38% è fatto di tono di voce, inflessione e suoni e per il 55% è non verbale. C’è però da precisare che mentre gran parte dei segni di comunicazione e di significato del linguaggio non verbale sono identici in tutto il mondo, per quanto riguarda il significato dei gesti questo assume connotazioni diverse a seconda delle popolazioni.
E dunque il semplice gesto, per esempio, del pollice alzato che a noi italiani fa venire in mente come prima cosa la voglia di esprimere che va tutto bene o si collega all’autostop, in alcune popolazioni ha invece anche un senso volgare. O comunque l’invito ad andare almeno a quel paese.
Ci sono poi il retaggio socioculturale e anche l’educazione ricevuta che condizionano le modalità di utilizzo del corpo. «Il linguaggio del corpo è istintuale - spiega Angela Gaiazzi, ballerina diplomata all’Accademia Teatro alla Scala di Milano, arteterapeuta e danzaterapeuta -; il corpo dice anche ciò che è diverso da quanto esprimiamo a parole. Pensiamo alla danza: non c’è possibilità di alcun tipo di parola e in un teatro a volte il pubblico nemmeno riesce a vedere il volto dei ballerini. Ecco allora che è il tuo corpo a esprimere. È anche ciò che fa l’attore: rendere le emozioni, oltre che con il tono di voce, con la gestualità».
Un gesto artistico che è anche alla base di scelte pittoriche, come per esempio il significato di espressione corporea che porta ai tagli di Fontana. «La gestualità - prosegue Angela Gaiazzi - ha origini più disparate, legate al carattere alla cultura, all’ambiente. E l’italiano è il popolo che conosce meno lingue straniere, eppure tutti ci capiscono. Il corpo non mente: i rischi nascosti nel web, per esempio, si legano anche al fatto che non c’è la materialità del corpo, non c’è la comunicazione diretta del corpo, ma che è mediata e che dunque può essere indirizzata dove si vuole. Perché tutti gli esseri umani sanno dissimulare».
Collegati eppure così diversi, la gestualità e il linguaggio del corpo sono dunque elementi primordiali, istintivi (pensiamo al sorriso) e allo stesso tempo culturali, influenzati dagli ambiti in cui viviamo e cresciamo, e che vanno a toccare non solo gli aspetti esteriori, ma anche interiori, gli atteggiamenti, le opinioni. In Giappone ci sono molti modi per inchinarsi, tutti definiti da termini diversi tra loro, che vanno dal semplice significato di atto di riguardo alla prostrazione vera e propria, quasi all’umiliazione che ricorda il gesto antico di implorare per la propria vita, quando si è convinti che non basti chiedere scusa per qualcosa che si è fatto anche involontariamente.
E ci sono gesti che fanno star bene, come gli abbracci mai desiderati tanto come in questo periodo legato all’emergenza Covid-19. Tutto merito, o tutta colpa, dell’amigdala, come spiega anche Marco Pacori nel suo «I segreti del linguaggio del corpo» (Pickwick, 2010, 9,90 euro): è quella piccola parte alla base del cervello a forma e dimensioni di mandorlina dove hanno sede gli istinti e la cui funzione è anche quella di preservare l’organismo dai pericoli, facendo scattare ciò che si è appreso con l’esperienza per difenderci e dando il via a determinati atteggiamenti. Ma che produce anche l’ossitocina, l’ormone del conforto.
Conoscere i gesti e il linguaggio del corpo, dunque, aiuta: a riconoscere chi mente, chi ha paura, è intimidito o felice. Ma anche a evitare gaffe con gestualità che per una cultura sono all’ordine del giorno, ma in altre cambiano significato. Tenendo però presente che un gestaccio di sopraffazione sessuale sulla donna è citato in opere burlesche, grottesche, comiche, raffigurato anche nel dipinto del Seicento della cerchia di Bartolomeo Manfredi raffigurante un «Bravo che fa un gesto volgare» e in uno di Godfried Schalcken, ma è anche attribuito da Dante nel XXV canto dell’Inferno nella Divina Commedia al ladro Vanni Fucci che viene subito sopraffatto dai serpenti.
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