TRIBUNALE
Delitto di Cairate, i difensori di Caglioni: «Dubbi sull’arma»
Prima udienza in Corte d’Assise per l’omicidio di Andrea Bossi

Prima udienza dinanzi alla Corte d’Assise del Tribunale di Busto Arsizio per l’omicidio di Andrea Bossi. In aula i due imputati, Douglas Carolo e Michele Caglioni, entrambi accusati di omicidio con l’aggravante della premeditazione: secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbero stati loro a uccidere il 26enne di Fagnano Olona nella sua casa di Cairate il 26 gennaio dell’anno scorso.
CAROLO E CAGLIONI IN AULA
La Corte d’assise è presieduta da Rossella Ferrazzi. I due giovani, ai quali la pubblico ministero Francesca Parola, che ha coordinato le indagini, ha contestato anche l’aggravante della premeditazione, si sono sempre dichiarati innocenti accusandosi a vicenda dell’omicidio. Presenti in aula i due imputati, con gli avvocati Vincenzo Sparaco, Giammatteo Rona e Ferruccio Servi e Nicolò Vecchioni. Per le parti civili – i genitori e la sorella della vittima – l’avvocato Davide Toscani.
I DUBBI SULL’ARMA DEL DELITTO
Rigettate le eccezioni delle difese, la Corte ha ammesso prove e testi. Compresi i detenuti nel carcere di Busto Arsizio (dove si trova Carolo) che avrebbero ricevuto confidenze sul delitto da parte del 22enne. «Vogliamo dimostrare – spiegano gli avvocati Nicolò Vecchioni e Luigi Ferruccio Servi, difensori di Caglioni, che hanno citato i detenuti quali testimoni – che Carolo ha avuto o tentato di avere contatti con l’esterno, in particolare in relazione all’arma del delitto». Si tratta di un coltello da cucina che gli inquirenti ritrovarono nel settembre 2024, a quasi nove mesi dall’omicidio. «A nostro parere – spiegano i difensori di Caglioni – insistono fondati dubbi che quella rinvenuta non sia davvero l’arma del delitto. In particolare perché sul coltello non sono state trovate tracce biologiche riconducibili a nessuno dei coinvolti, in particolare della vittima». L’udienza è stata aggiornata al prossimo 8 aprile quando, come primo teste, sarà sentito il padre della vittima che trovò il figlio assassinato nella propria abitazione.
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