«Ha diffamato il colonnello»: nei guai il padre di Giuliani
Querelato da Cappello dopo le interviste sul G8

«Giuliano Giuliani offese la reputazione del colonnello Claudio Cappello, ex comandante provinciale dei carabinieri di Varese». È questa l’accusa che la Procura della Repubblica contesta al padre di Carlo Giuliani, morto a 23 anni durante gli scontri per il G8 di Genova del 2001 dopo essere stato colpito da un proiettile esploso dal carabiniere Mario Placanica. Militare che faceva parte del contingente presente quel giorno nell’ormai tristemente famosa piazza Alimonda, comandato proprio da Cappello, all’epoca capitano alla guida della Compagnia di Alba.
È stato l’ufficiale a querelare Giuliani per diffamazione a mezzo stampa, dopo alcune interviste rilasciate a varie testate ed emittenti nazionali nel luglio del 2021 in cui puntava il dito contro i vertici di quel reparto, indicandoli come i veri responsabili della tragedia (Placanica è stato prosciolto per uso legittimo delle armi e legittima difesa). Parole ritenute infamanti dall’ufficiale dell’Arma che ha deciso di ricorrere alle vie legali per tutelare la propria reputazione.
Altri dettagli sulla vicenda, in particolare sulle frasi ritenute diffamatorie, al momento non si conoscono. Si saprà qualcosa in più questa mattina, quando in Tribunale è in programma l’udienza predibattimentale. In questa fase, la difesa può chiedere riti alternativi e la parte offesa può costituirsi parte civile. A meno che l’imputato scelga il patteggiamento o il giudizio abbreviato, il giudice dovrà verificare se sussistano i presupposti per la prosecuzione del processo: qualora rilevi che gli atti non consentano di formulare una ragionevole previsione di condanna, potrà emettere già oggi la sentenza di non luogo a procedere; in caso contrario, fisserà la data di inizio del dibattimento, ma davanti a un altro magistrato. Se comincerà l’istruttoria, quindi, quel drammatico pomeriggio di 24 anni fa sarà rivissuto nelle aule di giustizia di piazza Cacciatori delle Alpi.
Responsabile del comando provinciale di Varese sino alla fine del 2020, quando ha preso servizio in una scuola di addestramento per i corpi speciali in Germania, Cappello ha mantenuto la residenza a Varese. Per questo il procedimento penale ha seguito il suo corso nella Città Giardino, nonostante le interviste incriminate siano state realizzate altrove. Del resto, anche recentemente, occupandosi proprio di un caso sollevato dal Tribunale di Varese (il ministro Giancarlo Giorgetti contro la trasmissione televisiva Report), la Corte di Cassazione ha stabilito che per la competenza territoriale nei processi per diffamazione conta la residenza della persona offesa, non il luogo di “confezionamento” del servizio.
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