MENDRISIOTTO
«Dio vede il cuore». I cartelli biblici lungo le strade
Da tempo compaiono in Canton Ticino. Ecco chi sono i promotori. In Italia solleverebbero polemiche?

I frontalieri non ci fanno più caso. I ticinesi idem. Ma per i varesini che non transitano spesso tra Chiasso e Mendrisio, quei cartelli a sfondo blu lungo le strade colpiscono l’attenzione. Eccome. Già perché il messaggio pubblicitario non è legato a un prodotto o un servizio da promuovere, bensì a versetti delle sacre scritture.
“L’uomo vede quello che ha davanti agli occhi, ma Dio vede il cuore”: questo il principio che campeggia, in questi giorni, a Balerna, sulla trafficata strada che da Mendrisio scende appunto verso Chiasso. La fonte: la Bibbia. E non è l’unico.
ECCO I PROMOTORI
I cartelli a contenuto religioso si trovano anche nelle stazioni. Chi è il promotore? L’Agenzia C, che sta per Agenzia Cristiana. In Internet, si scopre che non diffonde versetti biblici a sostegno di una particolare religione, l’obiettivo è di “spargere” un po’ di sentimento cristiano scegliendo messaggi positivi che non urtino le varie confessioni. L’Agenzia in questione finanzia questa campagna (non solo in Ticino) attraverso donazioni.
Ha creato qualche perplessità in Svizzera? Non tante. C’è stata qualche presa di posizione a favore della laicità della Confederazione elvetica e nel dettaglio del Canton Ticino. Ma nessuna istanza apertamente contraria ai cartelli pubblicitari della Bibbia.
CHE COSA DICE LA LEGGE (TERRENA)
La normativa elvetica li consente. E quella italiana? Non si opporrebbe. I messaggi pubblicitari, secondo la legge che regola la materia, non devono essere offensivi e discriminatori verso la libertà individuale, etnica, sessuale e religiosa. Ma in questo caso non vi sarebbe un connotato di pregiudizio verso altri credi. Semmai, accenderebbe il dibattito, come è stato per i presepi e il crocefisso in scuole e ambienti pubblici, sull’opportunità di non urtare la sensibilità di religioni non cristiane.
MANIFESTI, IL CASO DEL 2001 A VARESE
E a proposito di messaggi o comunque cartelli lungo le strade che in Italia non sarebbero ammessi, c’è da qualche anno il divieto di pubblicità sessista ovvero di sfruttamento del corpo della donna.
La questione, prima che entrasse in vigore questa legge, era stata posta a Varese, nel lontano 2001, per le locandine - affisse in città - che promuovevano la mostra dal titolo “La storia delle mutande” allestita in Provincia, a Villa Recalcati, mostrando l’immagine audace di una giovane con seno scoperto.
© Riproduzione Riservata