SUL PALCO
Drusilla Foer: «Voglio parlare di libertà, di responsabilità verso la libertà»
«Parla con Dru» si basa sull’interazione e l’improvvisazione musicale. Il nuovo progetto estivo debutta al Castello Sforzesco di Milano

«”Parla con Dru” nasce da una noia verso me stessa. Ho bisogno di parlare con la gente, di chiacchierare, anche di avere sollecitazioni verso l’esterno, di comprendere, soprattutto attraverso le domande del pubblico, e di rinfrescare il senso del mio lavoro. Credo non sia una cosa che si possa fare a tavolino: il mio tipo di lavoro, il mio tipo di pensiero necessita delle sollecitazioni, fare una chiacchierata con quello che mi circonda, dare uno sguardo a quello che ha attenzione verso di me, e dare una nuova attenzione all’esterno. Parla con Dru è un’occasione per divertirsi, per fare due chiacchiere estive, per cantare qualche canzone, rispondere alle curiosità. Mi piacciono le curiosità, la curiosità è il motore pulsante dell’evoluzione della civiltà, quindi anche per una signora, una ex soubrette con un piede nella fossa, avere la sollecitazione e la curiosità del pubblico può essere molto vitale». Così Drusilla Foer spiega il nuovo progetto estivo con cui debutta stasera ,giovedì 26 giugno alle 22, al Castello Sforzesco di Milano nell’ambito del Festival della Bellezza e che fino al 23 agosto la vedrà impegnata in tappe dalla Toscana al Friuli, dalla Puglia alla Campania, dall’Emilia Romagna all’Abruzzo. Uno dei tre su cui l’attrice (recentemente vista anche nel ruolo di Matilde nella seconda stagione della serie Netflix Tutto chiede salvezza, diretta da Francesco Bruni e a cui è stato assegnato il premio Nastri d’Argento Grandi Serie 2025 come miglior serie Dramedy), cantante, autrice, conduttrice, icona di stile e star di culto anche sul web, sta lavorando. Dall’inizio dell’anno prossimo Drusilla riprenderà infatti il tour di Venere Nemica, con una replica in programma anche al teatro Manzoni di Milano ad aprile e, da ottobre a dicembre di quest’anno, interpreterà un personaggio che pare delineato apposta su di lei, Catrina, protagonista assoluta dell’immaginario e della cultura popolare messicana, icona della morte e della vita, della satira e della bellezza eterna; che incarna lo spirito del Messico nel quale convivono colori, musica e passione, in Frida Opera Musical, la nuova produzione di Mic International Company, diretto da Andrea Ortis, che ne è autore con Gianmarco Pagano, e che, con le musiche di Vincenzo Incenzo, sarà al Teatro Arcimboldi tra fine ottobre e inizio novembre per un viaggio fra la vita e le opere di Frida Kahlo.
Ma intanto, per questi mesi estivi, Parla con Dru è un incontro-spettacolo, basato sull’interazione, sull’improvvisazione musicale, che le consentirà di cantare alcune delle sue canzoni predilette, e sulla partecipazione del pubblico che potrà fare domande e aspettarsi risposte piene di humour sagace, ma soprattutto sincere, lievi e profonde allo stesso tempo. In uno scambio affettuoso e come nuova occasione per confrontarsi sui temi dell’umanità, dei sentimenti e di altro che le sta a cuore. Lo sguardo di Drusilla sulla quotidianità e sull’attualità è sempre disincantato, ironico, ma profondamente riflessivo. Ed è interessante chiederle oggi che attualità racconta Drusilla, da dove partono le riflessioni che portano alle sue parole. «Io ho sempre parlato delle cose che mi hanno attraversato come tipo di urgenza e come tipo di pensiero nel momento in cui le facevo – risponde –. Come diceva Carmelo Bene, il messaggio artistico viene dall’urgenza, la forma la si trova dopo. La mia urgenza in questi anni è stata di parlare di libertà, di libertà di sentire, di responsabilità verso la libertà. Adesso ci sono due poli: trovare un po’ di lievità, di divertimento, di scambio, di scontro, di conflitto, però sempre nella lievità, sempre nella sorpresa, sempre nell’incanto, tornare in una fase un po’ infantile di leggerezza, di intrattenimento certamente irrorata da temi che mi sono cari e sono importanti. Dall’altro, dal polo opposto c’è il grande spavento per questo momento avvelenato dalla guerra: non è una cosa da cui riesco a stare emotivamente distaccata, è una cosa che mi addolora, che mi preoccupa, che mi turba. Proprio per questo cerco un luogo in cui questo tema non verrà ignorato, però che sia lieve. Credo sia importante tornare a parlare dei temi anche importanti però in modo tale che siano recepiti, non vissuti come sermoni, ma come riflessioni personali colme di tenerezza e colme anche di impegno».
© Riproduzione Riservata