SANTA MARIA MAGGIORE
Gian Maria Rastellini, ritrattista della borghesia
Una mostra per tracciare l’aspetto culturale e creativo del pittore e decoratore
Tematicamente e cronologicamente strutturata in cinque sezioni, alle quali si aggiungono documenti, registri scolastici, lettere, oggetti personali e due album fotografici realizzati da Emilio Sommariva, Gian Maria Rastellini nella Milano di Grubicy e Tosi, a cura di Lorella Giudici e Elisabetta Staudacher, in corso negli rinnovati spazi della Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini di Santa Maria Maggiore, intende tracciare l’aspetto culturale e creativo di Gian Maria Rastellini e del fratello Gian Battista Rastellini anch’egli pittore e decoratore entrambi originari di Bottogno. Tra i due è Gian Maria a distinguersi in ambito artistico, mentre Gian Battista sceglie la via del restauro. Seppur incentrata sulla figura di Gian Maria, la mostra dedica alcune parentesi pittoriche anche al fratello esponendo pregevoli ritratti e nature morte. Dopo i primi rudimenti ricevuti alla Scuola Rossetti Valentini di Santa Maria Maggiore, Gian Maria completa la sua formazione all’Accademia di Brera a Milano che diverrà la sua città d’adozione. Punto focale della seconda sezione è il legame con la sua modella prediletta: la sorella Caterina detta Nana. Ne nascerà un ritratto che sarà considerato il suo capolavoro assoluto. Esposto alla prima Triennale di Brera nel 1891, riceverà nel 1913 alla mostra Internazionale di Monaco di Baviera la medaglia d’oro. Il legame mai dissolto con i luoghi della giovinezza emerge nella serie di dipinti dedicati ai paesaggi vigezzini. Il passo seguente riguarda lo studio milanese condiviso con il fratello in via Monforte, periodo in cui Gian Maria si affermerà come ritrattista della borghesia lombarda arrivando a stringere legami di amicizia con Tosi e Grubicy; di questi appare in mostra Il carretto con dedica all’amico Gian Maria. Chiudono l’esposizione le marine liguri.
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