FATTI E SEGRETI DI STATO
Gorla Maggiore: «Undici Kalashnikov puntati contro»
Marco Mancini, ex capo dell’intelligence italiana, racconta mercoledì 25 giugno al Numm i suoi 40 anni di controspionaggio: dalla cattura delle Br alle operazioni in Medioriente

Undici Kalashnikov puntati contro in una moschea a Baghdad. Pedinamenti e catture di terroristi (vedi Italia, anni di piombo) che avevano un tasso di pericolosità (e mortalità) elevato. Marco Mancini, ex capo dell’intelligence italiana, protagonista di operazioni di spionaggio, pardon controspionaggio offensivo (marchio di fabbrica dei servizi segreti italiani) ne ha da raccontare ora che, andato in pensione, può farlo (ad eccezione dei casi ancora coperti da segreto di stato). E lo farà mercoledì 25 giugno, alle ore 21, nella splendida sala Numm di Gorla Maggiore. Presenterà il suo libro, “Le regole del gioco”, insieme al sindaco Pietro Zappamiglio e al giornalista della Prealpina, Pasquale Martinoli. L’opera non è solo un resoconto di fatti vissuti in prima persona - fatti peraltro che fanno parte della storia contemporanea italiana -, ma anche una descrizione di luoghi e stati d’animo. Immaginabile, ad esempio, quello carico di angoscia vedendosi puntare contro gli undici fucili d’assalto. Si va dalla lotta al terrorismo, che Mancini ha vissuto da carabinieri della sezione speciale anticrimine guidata dal generale Dalla Chiesa, con arresti eccellenti di capi delle Br e di Prima linea, alle operazioni (qui nell’intelligence) sugli scenari caldi dei conflitti mondiali.
Un evento insomma di grande interesse con un personaggio di notevole rilievo che è finito alla ribalta della cronaca anche per l’incontro - chiacchierato e oggetto poi d’indagine - con Matteo Renzi, allora già ex premier, nel parcheggio di un autogrill. Che cosa si sono detti? Al Numm, Mancini rivelerà anche questo.
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