CHE FINE HA FATTO
Il Generale Lee rischia il bando

L’inconfondibile suono del suo clacson, i cugini Bo e Luke al volante, la bella cugina Daisy passeggera. E lei. Il mitico Generale Lee arancione, col numero 01 nero stampato sulle portiere saldate con ingresso obbligatorio dal finestrino senza vetri e la bandiera degli Stati confederati sulla capotta.
Impossibile dimenticare l’auto simbolo del telefilm cult di iniziò anni Ottanta, Hazzard, impossibile dimenticare gli inseguimenti sgangheratissimi dello sceriffo Roscoe P. Coltrane, impossibile dimenticare i pranzi a base di fegato crudo di boss Hogg. E impossibile dimenticare che tutti, buoni e cattivi, distillavano clandestinamente whisky, occupazione che andava per la maggiore negli Stati del sud.
Ma poi le epoche cambiano e spuntano i realisti più realisti del re.
Stati Uniti, oggi. Il vergognoso assassinio di George Floyd da parte di agenti di polizia bianchi è stato seguito da una sacrosanta crociata degli attivisti dei diritti dei neri e il movimento Black Lives Matter con conseguente abbattimento di statue e busti di personaggi storici che conquistarono fortuna e fama praticando lo schiavismo.
Poi ci sono state anche le esagerazioni, e due di queste riguardano Hazzard. La serie tv è stata messa al bando dalle emittenti a stelle e strisce, e c’è stato persino chi ha chiesto di rimuovere dal Volo auto museum, nell’Illinois, la Dodge Charger del 1969 che fu usata per la prima stagione di Hazzard. Bandiera sudista uguale schiavismo uguale razzismo, la tesi dei contestatori.
Ma la direzione del Volo museum ha risposto picche: quella bandiera è un pezzo di storia americana, quell’auto un simbolo della storia cinematografica statunitense, amata e ricordata con affetto da centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Quindi non si tocca. E d’altra parte, vedere il Generale Lee con la bandiera del Generale Grant sarebbe davvero un paradosso.
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