L’UDIENZA
«Lavinia era coperta di sangue»
Varese, delitto Limido: la testimonianza di un ragazzo che intervenne mentre Manfrinati aggrediva l’ex moglie. Richiesta di perizia psichiatrica

«Ero in camera a studiare e ho sentito un grido di aiuto di una donna. Sono uscito in strada e ho visto un uomo che inveiva contro una donna e la colpiva al volto con un coltello. Lei era piena di sangue». È il racconto del primo testimone ascoltato oggi, venerdì 6 giugno, nella seconda udienza in Corte d'Assise del processo a Marco Manfrinati per il delitto di Casbeno. È un ragazzo di 21 anni che vive proprio davanti alla ditta Ecogeo, intervenuto con un bastone da passeggio insieme con Fabio Limido, il padre di Lavinia, il quale aveva in mano una mazza da golf. "Armi" con cui i due hanno provato a fermare l'auto di Manfrinati, «che ha messo la retromarcia e ha cercato di investire» l'ex suocero. L'ex avvocato, in carcere da tredici mesi, è accusato del tentato omicidio dell'ex moglie Lavinia Limido e dell’omicidio del padre di lei, Fabio, intervenuto in difesa della figlia aggredita e sfregiata a coltellate il 6 maggio 2024 in via Menotti.
79 TESTIMONI
E proprio gli abitanti delle case vicino all'azienda dei Limido, oltre alle dipendenti della stessa ditta, la Ecogeo, si sono seduti oggi al banco dei testimoni. Sono 79 quelli citati da accusa, difesa e parte civile; Lavinia e sua madre Marta Criscuolo saranno ascoltate nella prossima udienza, il 27 giugno, quando sarà anche visionato il video registrato la mattina del delitto dall’impianto di videosorveglianza che riprende una parte di via Menotti. Tra le aggravanti contestate a Manfrinati c'è quella di aver commesso il fatto contro le persone offese dal reato di stalking, reato per il quale l'imputato è stato recentemente condannato a quattro anni, cinque mesi e venti giorni di reclusione.
LA RICHIESTA DI PERIZIA PSICHIATRICA
«Marco Manfrinati deve essere sottoposto a perizia psichiatrica per valutare la sua capacità di intendere e di volere al momento dei fatti, ed eventualmente anche la sua pericolosità sociale». La richiesta è stata avanzata oggi dal suo difensore, Fabrizio Busignani; istanza a cui si sono opposti sia il pm Maria Claudia Contini, sia il legale di parte civile, Fabio Ambrosetti. La Corte si è riservata di decidere. La richiesta era già stata fatta e respinta in udienza preliminare.
«RAPITORI DI BAMBINI»
Marco Manfrinati, detenuto a Busto Arsizio, ha seguito tutta l’udienza a fianco del suo difensore, l’avvocato Fabrizio Busignani. Calmo e silenzioso per otto ore, ha sbottato soltanto quando una dipendente di Ecogeo ha ricordato «lo stato d’animo, la preoccupazione, il terrore di Lavinia quando riceveva messaggi» da parte dell’ex marito. «A volte andava in bagno e tornava in ufficio piangendo». «È quello che succede ai rapitori di bambini», è intervenuto l’imputato, prendendo la parola a microfoni spenti, e per questo subito ripreso dal presidente della Corte, Andrea Crema. Al centro della “contesa” tra Manfrinati e l’ex moglie c’era infatti la custodia del bambino. Anche un testimone ha dichiarato di averlo sentito dire, sul luogo del delitto, «che gli avevano portato via il bambino».
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