CRISI DEL LAVORO
Lavoratori Beko in sciopero e presidio a Roma
In occasione dell’incontro sul futuro dell’ex Whirlpool, in programma il 30 gennaio, i sindacati hanno proclamato 8 ore di agitazione nazionale

I lavoratori Beko incroceranno le braccia per 8 ore giovedì 30 gennaio. Lo sciopero nazionale è stato indetto da Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm e Uglm «contro l’inaccettabile piano di chiusure presentato per l’Italia» in occasione dell’incontro convocato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
LO SCIOPERO
Davanti al ministero, spiegano i sindacati in una nota, si terrà «un presidio dei lavoratori provenienti da tutte le fabbriche e gli uffici italiani di Beko» per chiedere «a Beko di modificare radicalmente il piano industriale e al Governo di intervenire concretamente con tutti gli strumenti disponibili a incluso l’uso del golden power, fino a prevedere l’ingresso diretto dello Stato a garanzia degli stabilimenti, dell’occupazione e di un settore strategico». «Invitiamo tutti i lavoratori a unirsi alla lotta per scongiurare chiusure e licenziamenti e chiedere il rilancio del comparto degli elettrodomestici», concludono i sindacati.
CRISI OCCUPAZIONALE
Intanto, nel Varesotto, sono molteplici i fronti di crisi legati al mondo del lavoro. Un problema drammatico che la provincia, ora, tenta di affrontare compatta, andando oltre la contingenza e le soluzioni tampone. Perché, come sottolinea Mauro Vitiello, presidente della Camera di Commercio di Varese, «la crisi è strutturale, non congiunturale». In parole ancora più semplici, riprendendo una frase pronunciata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in visita a Morazzone, «oggi produrre fuori dall’Italia e dall’Europa è molto più conveniente».
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