MONTE VERITÀ
Quella colonia di nudisti

È una eredità lasciata dagli hippie ante litteram, alla ricerca della Verità dove anche lo psicologo Carl Gustav Jung scrutava l’anima. Andando sulle tracce di intellettuali liberi dei primi decenni del Novecento, il Monte Verità svela le sue bellezze fra edifici in stile Bahuaus e il Liberty. Il tutto illuminato dallo scintillio del Lago Maggiore.
Tempio della letteratura, questo luogo che si erge sulla collina sopra Ascona che in realtà si chiama Monte Monescia e poi ribattezzato Monte Verità. Un luogo che ha conservato tutto il fascino di questo circolo di intellettuali che nei primi decenni del Novecento si trovavano in Canton Ticino.
Nato all’inizio del Novecento come colonia alternativa e vegetariana, il Monte Verità è stato meta di grandi personalità del mondo artistico, politico e culturale come Harald Szeemann, Herman Hesse, Isadora Duncan, numerosi artisti fra i quali i dadaisti Hugo Ball, Hans Arp. Oggi è di proprietà della Fondazione omonima.
Tutto è nato quando Ida Hofmann e Henri Oedenkoven fondarono una colonia: erano fautori di una nuova filosofia di vita improntata ad un ritorno alla natura libera da qualsiasi condizionamento, imperniata sulla dieta vegetariana, la vita all’aria aperta con lunghe esposizioni solari, il nudismo e la filosofia teosofista.
Ballavano nudi sulle note di Wagner, tanto che venivano chiamati dai ticinesi ballabiott.
La colonia fu chiamata “sanatorium del monte Verità” ed era aperta a tutti coloro che volevano passare periodi di riposo in un ambiente naturalmente intatto. Tra gli ospiti furono annoverati molti personaggi della cultura del tempo tra cui gli scrittori Hesse e Erich Maria Remarque, lo psicanalista Otto Gross. Un viaggio nella storia nella cultura ed evoluzione del Novecento che parte dalla Lebensreform, dai prodromi dell’ambientalismo e del vegetarianesimo, transitando per le origini della danza moderna, per giungere all’arte, alla scienza, alla filosofia del Novecento.
Così la collina è diventata una leggenda, dove nell’ultimo quarto del XIX secolo furono sperimentate utopie e contro culture. Il parco del Monte Verità, accessibile al pubblico, è un luogo di bellezza magica in cui ritrovare la calma e l’energia della natura.
Una storia affascinante che si può rivivere in poche ore oppure decidendo di immergersi in questo luogo di pace per qualche giorno. Si parte dal parco da cui si snodano il percorso museale e culturale in particolare Casa Anatta, la visita alla casa del tè dove assaporare la bevanda partecipando alla cerimonia tradizionale giapponese per poi passeggiare nei sentieri ammirando le diverse varietà di piante esotiche, il giardino mandala, ancora il magnetico “Arcobaleno di Chiara” per poi godere il panorama sulle valli ticinesi ed il Lago Maggiore dai quattro punti panoramici.
Si può persino giocare a tennis. E per chi è invece è in cerca di un modo per disintossicarsi dallo stress, può semplicemente oziare e rilassarsi sulla terrazza del ristorante Monte Verità e andare a caccia dei punti energetici che costellano il Monte Verità.
Si può persino praticare yoga. Fra le bellezze di questo luogo, spicca l’architettura che da sola vale la visita. Qui c’è l’edificio principale del complesso alberghiero del Monte Verità è rappresentato dall’Albergo Bauhaus realizzato negli anni 1927-29 dall’architetto Emil Fahrenkamp su incarico del barone tedesco Eduard von der Heydt, banchiere e collezionista d’arte, nonché penultimo proprietario della collina.
C’è poi Villa Semiramis che è stata costruita nel 1909 in stile Art Nouveau dall’architetto torinese Anselmo Secondo. Il consiglio è prima di vivere il Monte Verità e, dopo, capirlo al Museo di Casa Anatta, con la mostra del curatore Harald Szeemann racconta fra storia e leggenda il territorio e la vita artistica e culturale che hanno reso questo luogo magnetico per tutto il mondo.
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