SUL CONFINE
Nuovo sindacato dei frontalieri. Con l’ex sindaca Jenny Santi
La denominazione è Ufis (Unione Frontalieri Italiani in Svizzera). «Proposta di modifiche al nuovo accordo in vigore dal 2023»

C’è anche l’ex sindaca di Porto Ceresio, Jenny Santi, tra i fondatori dell’Unione Frontalieri Italiani in Svizzera (Ufis), nuovo sindacato che si propone di « rappresentare e tutelare i lavoratori frontalieri italiani occupati nella Confederazione Elvetica, promuovendo la difesa dei loro interessi in ambito economico, sociale, giuridico e previdenziale».
Viene precisato che L’Unione Frontalieri Italiani in Svizzera è una realtà apartitica e senza fine di lucro, che vuole «affrontare e promuovere iniziative su temi relativi alle condizioni dei lavoratori frontalieri intervenendo presso istituzioni italiane, svizzere ed europee». Ufis promuoverà inoltre iniziative di informazione, formazione e aggiornamento su temi comuni a tutti i frontalieri.
«La volontà di costituire questa organizzazione - hanno dichiarato in una nota congiunta i fondatori - nasce dalla necessità di poter rappresentare nei tavoli istituzionali le migliaia di frontalieri italiani che lavorano quotidianamente in Svizzera e che troppo spesso hanno visto proposte, decisioni e ratifiche di accordi che li riguardano senza essere stati però minimamente coinvolti. L’Unione Frontalieri Italiani in Svizzera è quindi pronta a fare la propria parte di rappresentanza per i lavoratori frontalieri su molteplici temi, non ultimo quello sulla recente proposta di una tassa sulla sanità».
Sono sette i fondatori dell’Unione Frontalieri Italiani in Svizzera: oltre a Jenny Santi, che si occuperà dei rapporti tra Svizzera e Ue, Lisa Molteni, nominata presidente, Cristian Bisa e Rosa Anna Chintemi, Davide Luigi Corti, Giuseppe Russo e Sydney Rampani.
La presidente Molteni invita i frontalieri a prendere contatto con l’associazione, sottolineando che uno dei primi obiettivi «sarà quello di lavorare alla proposta di effettuare alcune modifiche al nuovo accordo in vigore dal 2023 per rispondere agli interessi di frontalieri e territori, ciò nel rispetto della possibilità di apportare modifiche ogni cinque anni all’attuale accordo come previsto dallo stesso».
Informazioni si possono consultare sul sito www.ufis.it.
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