MALATTIE
Obesità, la malattia dei Paesi sviluppati
Una patologia da considerare ufficialmente cronica; le proiezioni ipotizzano che nel 2035 metà popolazione ne sarà affetta
L’85% degli italiani considera l’obesità una patologia complessa, dovuta a cause diverse: genetiche, endocrino-metaboliche, ambientali, ad un'alimentazione e a stili di vita scorreti. Il 73% sa che è una delle principali cause di mortalità. La metà circa (49%) è consapevole che l’obesità è una malattia cronica, il 4% la considera solo un problema estetico. Sono alcuni dei dati raccolti in un documento redatto dall'Istituto di ricerche di mercato IPSOS, I-COM e presentato al Congresso europeo sull’obesità (ECO 2024), tenutosi di recente a Venezia con il contributo volontario di Lilly.
IL CASO “GLOBESITÀ”
Ci troviamo di fronte a una delle più allarmanti sfide sanitarie, al punto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha coniato il termine “Globesità”. Un fenomeno in continuo aumento e che riguarda già, nei Paesi a reddito medio-alto, l'11% della popolazione, mentre il 33% risulta in sovrappeso.
Si stima che nel mondo un miliardo di persone conviva con l’obesità e le proiezioni ipotizzano che nel 2035 metà popolazione ne sarà affetta.
In Europa, secondo il report OMS 2022, più di un individuo adulto su 2 e più di un bambino su 3 convivono con sovrappeso o obesità.
LE RIPERCUSSIONI
Almeno 2,8 milioni di adulti muoiono ogni anno a causa di questa patologia o delle sue conseguenze (diabete di tipo 2, tumori, ipertensione, malattia coronarica e apnee ostruttive).
Comparati ai soggetti normopeso, gli individui con obesità hanno 12 volte in più il rischio di sviluppare malattie correlate.
In Italia l' obesità colpisce oltre 6 milioni di persone, ma nonostante questa alta frequenza non è ancora riconosciuta come patologia prioritaria nelle agende dei politici.
LA RISPOSTA
Fortunatamente, qualcosa si sta muovendo con la presente legislatura. Su proposta dell’onorevole Roberto Pella è stata discussa nel mese di luglio in Commissione affari sociali della Camera una proposta di legge per il riconoscimento dell’obesità come malattia cronica e il suo inserimento nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e pertanto del tutto a carico del Servizio sanitario nazionale.
«L'obesità va affrontata con una visione sistemica che parte dalla prevenzione, per passare poi alla diagnosi e al trattamento, disegnando nuovi percorsi per tutti quei pazienti che hanno bisogno di una cura - fa presente Ilya Yuffa, presidente della Lilly International - Solo una forte cooperazione con le diverse istituzioni può aiutarci a migliorare il nostro percorso di investimenti in ricerca e sviluppo verso soluzioni terapeutiche sempre più innovative».
LA PERCEZIONE
Negli anni si sono consolidate nell'opinione pubblica due visioni diverse per quanto riguarda l’obesità: l’una orientata a ritenerla esclusiva responsabilità dell’individuo («Sei grasso? Controllati nel mangiare!»), l’altra a riconoscerla come vera e propria malattia cronica e per questo meritevole di cure e di servizi assistenziali.
Di conseguenza, nel 74% delle persone che si definiscono obese prevale la percezione di non riuscire a controllare l’appetito, mentre solo una minoranza (10 %) si addossa la responsabilità del proprio stato fisico.
L’ITALIA
È ormai tempo che i politici riconoscano l’obesità malattia cronica, al punto di richiedere non solo un'attenzione clinica particolare, ma anche interventi coordinati a livello nazionale, con investimenti in prevenzione e cura, riducendo in tal modo la spesa sanitaria.
Nel 2020, in Italia, l'obesità è costata 13,34 miliardi di euro (0,8% del PIL), per il 59% costi diretti e per il 41% costi indiretti, senza tener conto dei danni economici per assenteismo e perdita di produttività.
Il costo medio dei farmaci per le persone in sovrappeso o obese è rispettivamente 2 e 2,5 volte superiore al costo sostenuto per pazienti normopeso. Il costo medio annuo di una persona con obesità ammonta a 1.166.52 euro.
«L’obesità è una malattia ad alto rischio mortale e sicuramente in grado di compromettere in modo considerevole l’aspettativa di vita attraverso complicanze severe di varia natura – commenta Ugo Cappellacci, presidente della Commissione affari sociali della Camera dei deputati – ma solo negli ultimi anni è cresciuta la sensibilità e l’attenzione dei decisori politici su questa patologia, grazie anche alla collaborazione con esperti nazionali e internazionali, le associazioni dei pazienti».
L’iter è complesso ma i rappresentanti dei diversi schieramenti politici si stanno impegnando in uno sforzo collaborativo inteso a migliorare la qualità di vita di tanti italiani obesi.
«L’obesità è un fenomeno in crescita, soprattutto tra i giovani. Corretta informazione, sensibilizzazione e campagne per educare ad adottare nelle scuole abitudini alimentari sane, incoraggiare l'esercizio fisico e promuovere politiche che rendano più salutari le scelte alimentari, soprattutto tra le fasce più a rischio di popolazione, sono azioni assolutamente prioritarie - aggiunge Emanuele Monti, presidente della Commissione Welfare Regione Lombardia e chiude – ma soprattutto grande impegno delle istituzioni in questo senso per rispondere ai bisogni di salute di tanti giovani».
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