L’OMICIDIO DI CASBENO
«Manfrinati voleva uccidere»
Il legale dei Limido: «L’autopsia toglie ogni dubbio sull’assurdità della legittima difesa»
«Le prime indicazioni dell’autopsia sul cadavere di Fabio Limido, colpito da oltre venti coltellate, tolgono ogni dubbio sull’assurdità della tesi della legittima difesa di Marco Manfrinati. È stata una brutale aggressione, con la volontà di uccidere».
All’indomani dell’esame eseguito all’Istituto di medicina legale, l’avvocato della famiglia Limido-Criscuolo, Fabio Ambrosetti, parla di «un quadro agghiacciante». La ricostruzione di quei tragici minuti di lunedì in via Menotti a Casbeno, stando a quanto sta emergendo dalla prima fase delle indagini della Procura e della Squadra Mobile, evidenzia che «Il povero Fabio Limido ha cercato di difendersi a mani nude dalle coltellate» di Manfrinati, in carcere con l’accusa di omicidio dell’ex suocero e di tentato omicidio dell’ex moglie, Lavinia Limido, in difesa della quale è intervenuto il 71enne geologo. Oltre alle coltellate al busto e al collo, infatti, «È stata riscontrata anche una ventina di lesioni alle mani, tipiche lesioni da difesa. Quindi, quando è stato colpito così barbaramente Fabio era disarmato».
Nel suo interrogatorio con il gip Alessandro Chionna, l’ex avvocato quarantenne (che era già stato denunciato per maltrattamenti in famiglia a Busto Arsizio ed è a processo per stalking a Varese) ha affermato che il padre della sua ex lo ha aggredito con una mazza da golf mentre lui, dopo aver sfregiato Lavinia, stava per ripartire per andare a costituirsi.
«Mi ha colpito sul lato guida, io scendo dall’auto e lui mi colpisce alla schiena - ha raccontato l’uomo difeso dall’avvocato Fabrizio Busignani - Questi danni alle mani me li ha fatti lui... Io gli do una coltellata al fianco, lui cade in un cespuglio, cerca di rialzarsi e di riprendere la mazza caduta, e lo colpisco col coltello due, tre volte». Una versione, evidenziava già il gip nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, che «appare smentita dalle risultanze investigative». E ora l’autopsia ha rivelato che i colpi sferrati con quel coltello a serramanico sono stati molti di più. Autopsia che ha anche escluso che l’arrestato abbia investito Limido con la macchina prima di ferirlo mortalmente con la lama.
Oggi Manfrinati sarà visitato in carcere dallo stesso medico legale (accompagnato dai consulenti di difesa e parte offesa), incaricato di esaminare le lesioni alle mani riportate dall’ex avvocato, operato venerdì per alcune fratture «da difesa», come ha precisato il suo legale.
«Vorrei chiedere scusa a Lavinia», ha dichiarato il 40enne al giudice per le indagini preliminari, scoppiando a piangere più di una volta. Lasciando la Questura dopo l’arresto, invece, è stato immortalato con un’espressione che a molti era sembrato un sorriso di sfida. «È il sorriso di Satana», aveva commentato Marta Criscuolo, moglie di Limido e mamma di Lavinia, davanti alle telecamere della trasmissione di Rai 1 “La vita in diretta”. E sempre Satanaè l’unica parola che la donna, che sabato ha sfilato in centro assieme a centinaia di persone al grido di “Forza Lavinia”, pronuncia per commentare ciò che è emerso dall’autopsia.
Già oggi dalla Procura della Repubblica potrebbe arrivare il nullaosta ai funerali di Fabio, che dovrebbero svolgersi nella basilica di San Vittore; data e ora, però, non sono ancora state decise.
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