IN CUCINA
Pangasio: il brutto anatroccolo del Mekong
Un’alternativa al merluzzo, molto diffuso anche grazie al suo costo
C’è chi lo apprezza per il suo sapore delicato. E ha imparato a conoscere le sue mille qualità: è versatile perché adatto a ogni tipo di preparazione e soprattutto ha una polpa quasi priva di spine, oltre a essere considerato un pesce ipocalorico e proteico. Si tratta del pangasio, un pescione di acqua dolce che vive il suo momento di gloria e riscatto. Per anni è stato considerato pericoloso: facendo una ricerca sul web ci si rende conto che le prime notizie hanno un impatto negativo.
Fa male alla salute? Questa la domanda ricorrente su questa specie che arriva dal Vietnam e in generale dal sud est asiatico. Non non fa male: niente di più falso. Per gli esperti di alimentazione e cuochi, è considerato il pesce alternativa al merluzzo, in parecchi casi preferito per le qualità, il pangasio rientra nella categoria dei pesci d’acqua dolce. Sebbene provenga originariamente dalle aree asiatiche, negli ultimi anni ha conquistato vari mercati internazionali. È, infatti, un pesce nutriente e benefico. La sua carne bianca, senza spine, è ricca di proteine di alta qualità, vitamine, minerali e acidi grassi omega-3, fondamentali per il benessere generale. Tra queste sostanze, la vitamina D facilita l’assorbimento del calcio, favorendo la formazione e il mantenimento delle ossa. La vitamina B12, appartenente al gruppo B, è importante per la produzione di globuli rossi e per il funzionamento del sistema nervoso.
Tra i minerali, il selenio svolge una potente azione antiossidante, proteggendo le cellule dallo stress ossidativo. Inoltre, gli acidi grassi omega-3, in combinazione con le proteine, contribuiscono alla salute cardiovascolare, alla crescita muscolare e alla regolazione della pressione sanguigna. Uno degli aspetti che rendono questo pesce di acqua dolce particolarmente amato da chi segue regimi alimentari controllati, magari anche una nutrizione di carattere chetogenico, è il fatto che sia un alimento a basso contenuto di grassi saturi e calorie: solo 75 calorie per 100 g di filetto risultando un valido alleato nelle diete.
Dunque, come cucinarlo? La sua versatilità e il gusto delicato lo rendono adatto a diverse preparazioni come cottura al forno, grigliate, fritture, marinatura e cottura al vapore. Ideali per burger di pesce e polpette, che piacciono tanto ai bambini. Di questi tempi, un pesce come il pangasio con molteplici qualità, compreso il fatto di avere un basso costo, lo rendono ideale per un menù alternativo. Non c’è da temere riguardo al pericolo alimentare perché si tratta di “fake news” alimentari: in passato è stato erroneamente considerato un pesce di bassa qualità e non salutare.
Tra i motivi, c’è il fatto che si tratti di un pesce onnivoro, considerato “pesce spazzatura” e soprattutto perché proveniva dal fiume Mekong in Vietnam, tuttavia in cattività può dipendere dalle pratiche dell’allevatore e dalle condizioni ambientali. A volte, è stato associato alla contaminazione da antibiotici. Nell’acquacoltura, possono esistere aziende meno responsabili. Anche l’allevamento del pangasio può impattare l’ambiente se non gestito correttamente. Tuttavia, c’è un modo per difendersi quando si compiono gli acquisti: il pesce certificato con lo standard Asc (allevamento in acquacultura certificata) per il pangasio segue rigorosi requisiti di monitoraggio della qualità dell’acqua e limitazione dell’impatto ambientale. Pertanto, cercando il marchio Asc (Aquaculture Stewardship Council) si può essere sicuri che il pangasio è stato prodotto responsabilmente e che, oltre ad essere sottovalutato e gustoso, è stato ottenuto in modo sostenibile. Insomma, accontenta tutti.
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