I NODI
Pmi, serve ritrovare l’energia
Gestione difficile dopo l’aumento medio dei prezzi del 50% per gas ed elettricità. Quadro complicato senza fonti alternative
In un Paese in cui le Pmi rappresentano il 99% delle imprese, la sostenibilità energetica è una sfida cruciale. E se le grandi aziende hanno le risorse per investire in tecnologie all’avanguardia, le piccole e medie imprese italiane - e lombarde in particolare - si trovano spesso a fronteggiare ostacoli ben più complessi. La Lombardia, infatti, pur essendo il motore economico d’Italia, sta attraversando una fase critica nella transizione verso fonti rinnovabili e tecnologie green, complici costi elevati e difficoltà di accesso ai finanziamenti.
Secondo il report della Camera di Commercio di Milano, nel 2023 le Pmi lombarde hanno speso, in media, il 30% in più per l’energia rispetto all’anno precedente, una cifra che pesantemente condiziona i loro bilanci. Questo si traduce in un aumento dei costi operativi per molte aziende che non hanno ancora adottato soluzioni energetiche alternative. A fronte di un aumento medio dei prezzi del 50% per gas ed elettricità, il costo dell’energia sta diventando insostenibile per molte piccole realtà. Gli incentivi governativi, come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, hanno messo a disposizione delle Pmi italiane un totale di 23 miliardi di euro per iniziative legate alla sostenibilità e alla digitalizzazione; tuttavia, solo il 35% delle Pmi lombarde ha dichiarato di essere riuscito a ottenere i fondi necessari per sostenere progetti di efficientamento energetico, a causa della complessità delle procedure che limitano l’accesso ai finanziamenti per le imprese meno strutturate. Un ostacolo da superare, dal momento che la strada green fa bene anche al portafoglio: studi dell’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) rivelano che un’azienda che investe in pannelli solari e sistemi di accumulo energetico può ridurre i costi dell’energia del 25% nel medio termine. Ma si tratta di investimenti che, per una piccola impresa, possono arrivare a costare tra i 50.000 e i 150.000 euro. L’Unione Europea offre inoltre finanziamenti fino al 60% per progetti che puntano all’efficienza energetica, ma molte Pmi lombarde non hanno né la liquidità iniziale né le competenze per accedere a tali opportunità.
E le Pmi varesine come stanno affrontando questa rivoluzione green? E soprattutto, i numeri ci dicono che stiamo andando nella giusta direzione o siamo di fronte a un altro labirinto burocratico? Nel 2023, il costo dell’energia ha continuato a rappresentare una delle principali voci di spesa per le imprese della provincia di Varese. Secondo un rapporto della Camera di Commercio di Varese, il 48% delle Pmi ha indicato i costi energetici come la principale preoccupazione finanziaria. Non sorprende, quindi, che la transizione energetica sia al centro delle strategie aziendali: ridurre i consumi e adottare fonti rinnovabili non è più solo una scelta etica, ma una questione di sopravvivenza economica. Eppure, secondo i dati forniti dal Politecnico di Milano, solo il 27% delle imprese del territorio ha già investito in tecnologie per l’efficienza energetica o in fonti rinnovabili, come pannelli fotovoltaici o impianti di cogenerazione. Tuttavia, il numero è in crescita: nel 2020 la percentuale era ferma al 18%, a dimostrazione di un’accelerazione recente. Leonardo, con il suo stabilimento di Venegono Superiore, rappresenta uno degli esempi più virtuosi, avendo investito oltre 20 milioni di euro per ridurre il consumo energetico del 30% entro il 2025, attraverso un mix di soluzioni innovative.
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