OPERA COMPLETATA
Restaurato il crocifisso grazie ai fedeli della Kolbe
Scultura lignea del ‘500 era precipitata il giovedì santo. L’opera verrà ricollocata sul muro sopra l’altare della chiesa di viale Aguggiari
Il volto del Cristo è bellissimo e i fedeli si fermano ad ammirarlo. Così da vicino, potranno farlo ancora per poco. Il crocifisso ligneo della metà del Cinquecento tornerà infatti sopra l’altare, sul muro convesso della splendida chiesa dedicata a San Massimiliano Kolbe a Varese. La statua è stata restaurata dopo che, il giovedì di Pasqua, era precipitata rompendosi in più punti e rovinando il legno policromo in alcune parti. Il “volo”, in seguito allo spezzarsi del cavo in acciaio, aveva causato parecchi danni all’opera: caviglie e piedi nell’impatto con l’altare si erano staccati, parti lignee erano “saltate” su una coscia, e il velo era stato danneggiato, così come si era rotta parte della corona di spine. Le braccia, frutto in origine di un assemblaggio, si erano staccate e sono state ricomposte con maestria, così come tutti gli altri interventi compiuti dal restauratore Massimo Peron.
«OTTIMO IL LAVORO DEL RESTAURATORE»
Don Marco Paleari aveva lanciato un appello mesi fa per una raccolta fondi che ha permesso di coprire le spese per il restauro. Ora si attende che il crocifisso torni nella sua collocazione originaria. Tutti potranno ammirarlo, a distanza, mentre assistono alla messa. Le indicazioni della Soprintendenza sono di riposizionare il crocifisso nella sua collocazione originaria, con un doppio cavo a sostenere l’opera lignea. «La Sovrintendenza ha trovato ottimo il lavoro compiuto del restauratore e non ha posto particolari condizioni, la scultura sarà dunque riposta sopra l’altare, dove si trovava in origine - dice il parroco -. La volontà è di portare all’attenzione dei fedeli la statua per il venerdì santo, vedremo se sarà possibile e con quale modalità».
DONATI CIRCA 10MILA EURO
Nel “cupolone”, la chiesa di viale Aguggiari, intanto, da giorni prima e dopo le messe i fedeli passano ad ammirare il Cristo crocifisso e ad apprezzare la bellezza indiscutibile dell’opera, così antica. Il crocifisso è in realtà senza croce: quando è stato acquistato dalla parrocchia varesina, era già così: un crocifisso ligneo policromo eseguito a tutto tondo, privo dell’originaria croce. La scultura è stata scolpita da un anonimo artista di area veneta e venne acquistato dalla “Kolbe” nel 1988 a Galliera Veneta, in provincia di Padova. Grande emozione aveva suscito l’incidente del giovedì santo, sia per il giorno in cui era avvenuto, sia per il danno che la scultura aveva riportato. Don Marco Paleari, responsabile della Comunità pastorale Santi Gottardo e Giovanni Paolo II, aveva invitato a una «attenzione affettiva» nei confronti dell’opera per riuscire a raccogliere i fondi necessari all’intervento. Sono stati donati in tutto circa 10mila euro. Ora la scultura è stata collocata nel battistero della chiesa Kolbe. Nella cappella vi sono due opere del pittore Stefano Butera che raffigurano due momenti del martirio di Massimiliano Kolbe, il padre francescano polacco morto a Auschwitz e che è stato proclamato santo nel 1982 da papa Giovanni Paolo II: Kolbe davanti al Lagerfuhrer, cioè al comandante del campo di concentramento e Deposizione di Kolbe, quando, ormai morto, è portato fuori dalla cella da due compagni di prigionia. «Ho pensato di mettere quest’ultima opera, una sorta di “quinta” dietro il crocifisso restaurato, almeno fino a che rimarrà nel battistero», dice don Marco. Toccante, la vicinanza delle due immagini - la raffigurazione e il Cristo - per chiunque entri nel battistero ad ammirare la scultura restaurata o a pregare.
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