SALUTE
Sangue nelle urine, sintomo di una grave neoplasia
Meglio prevenire che curare: fermati al rosso
Promossa dall'Associazione PAzienti LIberi da Neoplasie UROteliali (PaLINURO) e sostenuta volontariamente da Astellas, si è tenuta a Milano la prima edizione della campagna d'informazione «Fermati al rosso walk», una tranquilla passeggiata con la partecipazione di un nutrito gruppo di volontari che partiti da diversi ospedali della città, fermandosi ogni volta che i semafori erano rossi, hanno raggiunto l'Istituto Nazionale Tumori (INT) in via Venezian.
L'iniziativa aveva il preciso scopo di fermare l’attenzione dei cittadini sui sintomi del tumore della vescica e sull’importanza della prevenzione con una diagnosi precoce.
«È molto importante consolidare alcune raccomandazioni quando si parla di tumore della vescica: se si vede anche una minima traccia di sangue nelle urine, bisogna andare subito dal medico - avverte Edoardo Fiorini, presidente dell' Associazione PaLiNUro - essere informati sui fattori di rischio e riconoscere i segnali di una malattia, consente il coinvolgimento attivo della persona nelle scelte riguardanti la propria salute e il percorso di cura da intraprendere, importanti anche l’attività fisica come strumento di prevenzione e una particolare attenzione all’alimentazione e alle abitudini di ciascuno individuo».
Questa prima edizione di «Fermati al Rosso Walk» è stato un momento importante di incontro e confronto sul tumore della vescica, che rappresenta oltre il 90% dei carcinomi uroteliali, la quinta neoplasia più diffusa in Italia, colpisce maggiormente gli uomini dopo la cinquantina. Sono oltre 313mila gli italiani che convivono con una diagnosi di carcinoma uroteliale e 30mila circa i nuovi casi nell'arco dell'anno.
Principale fattore di rischio è il fumo di sigaretta, responsabile di circa il 50% dei casi. Altri fattori sono l'esposizione a sostanze chimiche cancerogene (come aniline e idrocarburi aromatici policiclici).
Tra i sintomi del tumore alla vescica, oltre al sangue nelle urine (ematuria), c'è anche il bruciore nella minzione, spesso erroneamente attribuito a una semplice cistite o
all’ipertrofia prostatica. Da qui l’importanza di campagne di sensibilizzazione, come la «Fermati al Rosso», che mettono in allerta il paziente.
Oggi il trattamento del tumore della vescica si avvale di diverse opzioni terapeutiche, dipendenti dal momento in cui viene diagnosticata la malattia. Quanto più precoce è la diagnosi, meno invasivo sarà l'intervento e migliori saranno le possibilità di guarigione.
In chiusura della manifestazione milanese sono state consegnate delle targhe ricordo ai 7 ospedali dove svolgono la loro attività alcuni volontari di PaLiNUro ed è stato assegnato anche un premio alla dottoressa Patrizia Giannatempo, ricercatrice dell’Istituto Nazionale Tumori, quale riconoscimento per il migliore studio clinico condotto sul tumore della vescica non-muscolo invasivo.
«Le esigenze dei pazienti sono un obiettivo prioritario di Astellas e per realizzare questo impegno è in atto una fattiva collaborazione con PaLiNUro - fa presente Fulvio Berardo, amministratore delegato di Astellas Italia - poichè siamo convinti della necessità di aiutare le persone a riconoscere quei sintomi che possono condurre a una diagnosi precoce, condizione fondamentale per una malattia come il tumore della vescica, che se curato in tempo può avere un decorso favorevole».
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