IL RETROSCENA
Terremoto Uyba: “Modello Giuditta” e Gianni se ne va
Dietro l’addio di tecnico e ds ci sarebbe anche la scelta di tenere ai margini la capitana. Come con Velasco, finisce di nuovo anzitempo il progetto tecnico della società di Busto
«O noi o lei». Più o meno questa la frase che coach Gianni Caprara e il direttore sportivo Carmelo Borruto hanno pronunciato ieri - venerdì 25 ottobre - nel confronto con la società prima di arrivare al divorzio. «Lei» è Giuditta Lualdi, centrale e capitana della squadra che il club, a quel che si apprende, ha preferito al tecnico e al dirigente.
“MOMENTANEAMENTE” FUORI ROSA
Ma per ricostruire le ragioni della scelta del “Modello Giuditta” invece del “Progetto Caprara” occorre fare qualche passo indietro e tener presente che le scelte (tecniche) del tecnico più volte campione d’Italia e d’Europa avevano messo ai margini la centrale in questo inizio di campionato. Che fossero definitive o meno non si potrà mai saperlo, che fossero legittime certo che sì, che fossero condivise e condivisibili vallo a sapere. I fatti però sono stati un susseguirsi di scivoloni da una parte e dall’altra e la certificazione del vuoto societario: Enzo Barbaro, dove sei? È successo, infatti, che lo scorso martedì Caprara e Borruto decidono di mettere fuori rosa Lualdi per “atteggiamenti non consoni”, come rimbalza tra le pareti del palazzone di viale Gabardi, e fino a data da destinarsi con però un “check” della situazione fissato per ieri. Il problema che scatena il putiferio è che coach e d.s. (l’autore materiale della comunicazione) non hanno condiviso con la società la loro mossa: in sostanza non l’hanno prima comunicata (e magari concordata) a presidente e Cda. Un corto circuito operativo che non è andato giù alla dirigenza, anche se il provvedimento nei confronti della giocatrice era stato accompagnato con un “momentaneamente” che faceva presupporre un possibile successivo accomodamento.
LA PRESA DI POSIZIONE DEL CLUB
Si parla di messaggi, di lettere, di dimissioni del coach, ma non ci sono certezze. È chiaro che è stata impropria l’operatività di Borruto (concordata con Caprara) nel mettere la capitana fuori dal gruppo senza avvisare i dirigenti (ma gira voce che Pirola fosse stato quanto meno allertato), ma altrettanto dev’essere considerata sopra le righe una contestazione delle decisioni tecniche dell’allenatore. Inoltre, se ti porti in casa Caprara, sai a che tipo di persona rigorosa (e spigolosa) ti affidi. E Pirola l’aveva chiamato a Busto a marzo con il compito di «rimettere le regole al centro della e-work Arena». Sempre a marzo, assieme alla conferma di Lualdi, era chiaramente messa in dubbio la sua titolarità (“dai sondaggi fatti si vuole anche una centrale più fisicata“, si scriveva a proposito del mercato). Quindi, che è successo? Il club “legittimamente” ieri si è schierato azzerando il proprio progetto dirigenziale e tecnico reo di un’uscita dalle righe impropria, di sicuro nei modi se non nei contenuti. Opinione diffusa in città e nell’ambiente è che all’Uyba ci sia da tempo qualche “capo del board” ma una carenza di teste pensanti.
Il servizio completo sulla Prealpina di sabato 26 ottobre, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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