TEMPO LIBERO
Toni, il solito! E il drink viene fatto dal robot
Il debutto di un bar di Torino: un barman non umano che servirà i clienti

Sa fare dal caffè al gin tonic. È un professionista dietro il bancone. Competente e rapido: prepara 60 drink all’ora senza doversi voltare per detergere con uno straccetto il sudore. E poi è discreto: non fa la battutina, zero doppi sensi, ascolta in religioso silenzio. Immagino la curiosità: fatecelo conoscere.
Si chiama Toni Compatto, nome d’arte di un sistema robotizzato che al bar - il debutto oggi in un bar di Torino - assolve i compiti del barman, ricevendo le richieste nella sua lingua madre: quella pronunciata, pardon digitata, su un tablet. La notizia, l’avrete magari già sentita, imperversa anche se il tema della robotica e dell’intelligenza artificiale non desta più sbigottito stupore. Va detto che Toni Compatto sarà affiancato da barman in carne e ossa perché i clienti ne sanno una più del diavolo e trovi sempre un James Bond che personalizza il suo “solito”.
Se il problema può essere quello dell’occupazione, tranquilli: almeno in questa prima fase, il nostro Toni non leverà il posto a nessuno; il bar torinese assicura che la già citata compartecipazione dei barman umani salvaguarda l’organico. L’argomento si presta quindi a riflessioni filosofiche e sociali più che a vertenze e dilemmi su presente e futuro del Lavoro. È la stessa cosa vedere il drink preparato da un robot o da un barman? Risposta ovvia. No. E allora, direbbe il filosofo, quale passo in avanti stiamo compiendo? Questo è un bel dilemma. Da affrontare magari con gli amici davanti un bicchiere. Toni, il solito grazie.
© Riproduzione Riservata