FULL MONTY
Cosa non si fa per il lavoro

Alzi la mano chi non se lo ricorda nel film Notte prima degli esami, quel Luca Molinari innamorato perso di quella Claudia figlia del professore “carogna” interpretato da Giorgio Faletti. Era il 2006 e Nicolas Vaporidis ha proseguito una strada e una carriera che lo rendono uno degli attori più amati e seguiti. Anche nei panni di un disoccupato.
Sarà lui infatti a interpretare in scena in «The Full Monty» Marcello, il Malcom dell’omonimo film da cui nasce il musical che, con regia e adattamento italiano di Massimo Romeo Piparo, è sabato e domenica, 1 e il 2 febbraio, sul palco dell’Openjobmetis di Varese e il 4 e il 5 febbraio su quello dell’Auditorio di Cassano Magnago.
Al suo fianco, un cast eccezionale con Paolo Conticini, Luca Ward, Gianni Fantoni (già tra i protagonisti nell’edizione del 2013), Jonis Bascir e altri trenta artisti.
La storia, tratta appunto dal film inglese del 1997 campione di incassi e diventata musical vent’anni fa a Broadway, sposta la vicenda in una Torino alle prese con la crisi economica: qui sei operai rimasti disoccupati decidono di diventare spogliarellisti pur non avendo alcuna esperienza in questo campo.
«Marcello è un bambino mai cresciuto – spiega Vaporidis – e io ho cercato di lavorare sulla riservatezza di un personaggio che vive in un mondo tutto suo. È tenero, chiuso dalla madre in una bolla che lo fa sentire incapace e inadeguato, è cresciuto da solo, è considerato uno sfigato. All’inizio è triste, ma si tira fuori grazie a persone che diventano amici. Inizialmente hanno bisogno di lui in quanto gestisce lo spazio per le prove, ma a poco a poco Marcello si apre, diventa contento, entusiasta, emozionato dalla novità di avere, appunto, amici, di ballare. Vive l’entusiasmo come un bambino al parco giochi». In una storia dove ciascuno dei protagonisti ha un suo percorso, durante il quale si sciolgono i nodi delle loro esistenze. «Lui – prosegue Vaporidis parlando di Marcello – prima degli altri scopre la bellezza di un gruppo, ed è entusiasta grazie a questa bellezza. È un personaggio che mi piace, perché esce la genuinità di un bambino nel corpo di un uomo, la genuinità di un bambino che forse tale non è mai stato». Timidissimo e impacciato, in un mondo di emozioni in piccole cose.
I temi in scena si rivelano di grande attualità. «Si parla di reddito di cittadinanza e di disoccupazione – sottolinea Vaporidis -, sembra scritto pochi mesi fa ed è drammatico pensare che un film del 1997 continua a essere attualissimo con il tema del precariato, con un discorso di incertezza, paura del futuro. E al centro c’è la resilienza che è l’unica possibilità per questi disperati di mettersi in gioco con questa sfida, che non è tanto lo spogliarello in sé, ma il fatto che sei persone normali fanno qualcosa che sembra impossibile per una sera. Ed è ciò che dà una botta di fiducia, che dà la forza di continuare in meglio la loro vita».
Per Nicolas Vaporidis si tratta di un debutto nel musical. «E ne sono felicissimo – commenta -, non potevo trovare compagni di viaggio migliori. Ci conoscevamo già come nomi, ma non avevamo mai lavorato insieme né sul set cinematografico né in teatro. Ci siamo conosciuti durante le prove: Massimo Romeo Piparo è stato molto bravo a creare un gruppo di persone così diverse e così unite. Forse sono proprio questa sintonia e questa energia che emergono a fare la chiave di successo di questo spettacolo».
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