IN TRIBUNALE
Varese, Manfrinati in aula: «Mai fatto minacce»
Il 41enne al processo per stalking nei confronti dell’ex moglie e degli ex suoceri. Ha risposto alle domande del pm e del suo legale

«Mai fatto minacce e danneggiamenti. Il mio unico obiettivo è sempre stato quello di vedere mio figlio». Sono le parole dette questa mattina, mercoledì 29 gennaio, da Marco Manfrinati (in carcere dal 6 maggio scorso per il tentato omicidio dell’ex moglie Lavinia Limido e l’omicidio del padre di lei, Fabio Limido) al processo che lo vede imputato con l’accusa di stalking nei confronti di Lavinia, della ex suocera Marta Criscuolo e dell’ex suocero Fabio Limido. Il 41enne, difeso dall’avvocato Fabrizio Busignani, si è presentato oggi, per la prima volta, in udienza. Ha risposto alle domande del pubblico ministero, Maria Claudia Contini, e del suo legale, Busignani, rifiutando invece quelle dell’avvocato delle parti civili, Fabio Ambrosetti. Manfrinati ha più volte sostenuto che suo figlio sia stato «rapito e sequestrato» dalla famiglia dell’ex moglie.
L’udienza si è conclusa a mezzogiorno.
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