IL CASO
Caos post partita, il Brebbia precisa: «Non siamo come ci hanno dipinti»
La precisazione del Brebbia dopo i fatti del match col San Michele: la frase dell’avversario e gli errori riconosciuti
La gara di domenica fra Brebbia e Itala è stata disputata a porte chiuse. Una decisione segnalata ai club venerdì, a Comunicato ufficiale già pubblicato, a causa del finale turbolento della gara dei gialloblù contro il San Michele. Il club ACD Brebbia ha così deciso di diramare un comunicato per precisare la propria posizione.
RESPONSABILITA’ E DISTORSIONI
«In questi giorni si è parlato molto di noi, spesso in modo distorto, con etichette e giudizi che non rispecchiano ciò che siamo realmente come società, come squadra e come persone. Per questo sentiamo il bisogno di chiarire la nostra posizione in maniera trasparente e rispettosa. La gara disputata a porte chiuse è stata una conseguenza di quanto accaduto durante la partita precedente (quella contro il San Michele, ndr). Ci assumiamo le nostre responsabilità, perché è giusto così. Abbiamo commesso degli errori, e su questo non ci sottraiamo. Ma non possiamo prenderci colpe che non ci appartengono interamente. In tutta questa vicenda, infatti, è stata raccontata solo una parte».
LA FRASE CHE HA SCATENATO LA “BUFERA”
La precisazione arriva sulla dinamica dei fatti: «Non si è parlato del motivo che ha scatenato il parapiglia: una frase, pronunciata da un membro dello staff avversario, che non dovrebbe mai essere sentita su un campo da calcio. Una frase grave, totalmente fuori luogo, che è passata inosservata mentre tutto il resto veniva ingigantito». Al di la di questo comunque non manca il mea culpa del club: «Detto questo, non vogliamo aggrapparci a questo episodio. Non cerchiamo alibi né vogliamo alimentare polemiche. È doveroso però sottolineare anche un altro aspetto: la rettifica del referto, arrivata successivamente (ieri, ndr), ha ulteriormente aggravato la nostra posizione, presentando una ricostruzione dei fatti che ha amplificato e irrigidito alcuni passaggi in modo forzato. Un’irregolarità narrativa che non rispecchia pienamente ciò che è accaduto, e che ha contribuito a creare un’immagine della situazione più dura e più pesante del reale svolgimento degli eventi.
LE PORTE CHIUSE
La decisione delle porte chiuse è arrivata per la presenza, nel tunnel, di persone non inserite nella lista gara ma comunque tesserate, intervenute con l’unico intento di calmare la situazione, non certo di creare ulteriori tensioni. È stato un errore di gestione, ce lo prendiamo. Ma non accettiamo che venga raccontato come qualcosa che non è. Siamo una società che ha sempre cercato di portare rispetto, educazione e valori dentro e fuori dal campo, a volte dando delle mancanze, a volte sbagliando, come tutti. Abbiamo sbagliato in alcune dinamiche, sì. Ma non siamo ciò che in questi giorni è stato detto sul nostro conto». La chiosa è sul futuro: «Da questa esperienza impareremo. Saremo più attenti, più responsabili, più consapevoli. E soprattutto saremo pronti a riscattarci, dimostrando con i fatti (sul campo e fuori), chi siamo davvero. Con umiltà, con trasparenza, con la voglia di fare meglio. Sempre e solo: Forza Brebbia».
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