IN TRIBUNALE
Colpita con 18 fendenti: «Lavinia rischiò di morire»
In aula i soccorritori del 118 e il medico legale: «Sfiorato il midollo spinale, sarebbe morta subito»

Si salvò per pochi millimetri, e solo per un caso fortuito. Lavinia Limido, colpita da 18 fendenti al capo e al volto, al collo e alla spalla, il 6 maggio 2024 a Casbeno, quel giorno avrebbe potuto morire. Al processo a carico dell’ex marito, l’ex avvocato quarantenne di Busto Arsizio, Marco Manfrinati, imputato per l’omicidio dell’ex suocero Fabio Limido e per il tentato omicidio della donna, venerdì 26 settembre davanti alla Corte d’Assise presieduta da Andrea Crema sono stati ascoltati i soccorritori e il medico legale. Le loro testimonianze hanno restituito il quadro di una duplice aggressione a coltellate in cui, secondo gli specialisti, la sopravvissuta è rimasta in vita soltanto grazie a una serie di coincidenze.
«PERSE UN LITRO E MEZZO DI SANGUE»
Quasi commovente la deposizione della dottoressa del 118 che soccorse Lavinia e che l’ha descritta in condizioni gravissime: «Perse 1,2 litri di sangue, forse 1,5, su un totale di 4,5. Era in shock profondo, disse “Ti prego, salvami”. Le risposi che l’avrei fatta dormire, la sedai e la intubai. Era decisamente in pericolo di vita e fu un intervento molto impegnativo». Colpi al collo e al volto le avevano provocato una massiccia emorragia, tamponata solo grazie alla tempestività delle manovre mediche in ambulanza. Dettagli cruciali sono stati forniti dal medico legale Chiara Rossetti, che effettuò l’autopsia su Fabio Limido e visitò Lavinia. Ha chiarito come una delle coltellate inferte alla donna raggiunse una vertebra cervicale, penetrando nell’osso senza intaccare il midollo spinale. «Fu una casualità – ha detto la dottoressa – perché se fosse stato lesionato ci sarebbe stato un arresto immediato delle funzioni respiratorie». Un altro fendente mancò di poco la carotide, colpendo diramazioni meno vitali. Per il medico legale non fu dunque una scelta dell’aggressore quella di risparmiare la vita della donna, ma l’esito fortuito di colpi rapidi e violenti tutti diretti in una zona vitale.
L’articolo completo sulla Prealpina di sabato 27 settembre in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
© Riproduzione Riservata