IL CASO
«Esclusi perché stranieri». «No, perché maleducati»
Ragazzi non ammessi alla piscina: polemica social

Su TikTok il video è diventato rapidamente virale. L’hanno visto più di mezzo milione di persone. Un gruppo di ragazzi ha accusato la piscina Wave di Sesto Calende di discriminazione: «Non ci hanno fatto entrare perché siamo stranieri». Ma il direttivo del centro sportivo non ci sta: «Il problema non è stato di natura etnica: il nostro staff è stato ed è multietnico, e lavoriamo quotidianamente con persone provenienti da ogni parte del mondo. Semplicemente da noi i ragazzini sotto i 14 anni non possono entrare da soli senza essere accompagnati da un adulto, ragion per cui chiediamo il documento a tutti quelli che riteniamo “dubbi”. E se arrivano in biglietteria con una cassa bluetooth da mezzo metro a tutto volume e se reagiscono con atteggiamento di sfida alle semplici domande che vengono loro poste per capire l’età, allora per la serenità di tutti è meglio che restino fuori dalla nostra struttura, indipendentemente da chi sono e da dove vengono. È meglio perdere degli incassi, ma non dover stare tutta la giornata come segugi dietro a questi soggetti».
Nel video si sente una voce dire: «I tuoi paesani hanno rubato qua dentro e ho dovuto chiamare i carabinieri. Adesso sono stufo. Questa è una proprietà privata, comando io, e ti ripeto che voi non potete entrare. I tuoi soldi non li voglio». Parole a cui uno dei minorenni ha replicato: «Cosa c’entriamo noi con quelli di Gallarate? È la prima volta che veniamo qui». Per i vertici di Wave «il problema sociale che stiamo vivendo è reale e piuttosto che tenere il focus sul fatto che dei ragazzi stranieri non siano potuti entrare dovremmo chiederci il perché una piscina preferisca rinunciare a degli incassi pur di tutelare la propria clientela e il proprio staff. Questo sfogo deriva dal fatto che siamo anche un po’ esacerbati da quanto avviene ogni giorno nelle nostre zone: in definitiva qualunque cosa facciamo risulta sempre sbagliata, per un verso o per un altro. Il nostro è un parco principalmente per famiglie e non possiamo permetterci che quanto costruito negli anni con immensa fatica e sacrificio venga messo a rischio da dei ragazzini a cui non è stato insegnato evidentemente il rispetto per gli altri».
In passato lo staff, con la collaborazione delle forze dell’ordine, ha dovuto cacciare diverse “bande” dopo aver colto con le mani nel sacco alcuni dei loro componenti mentre tentavano di rubare i portafogli o fumare spinelli. «Uno dei nostri bagnini - viene fatto notare - è stato persino minacciato di venire accoltellato dopo aver impedito ad alcuni giovanissimi di rubare a un ragazzino».
Il direttivo di Wave ricorda poi che durante la stagione invernale offre corsi gratuiti ai bambini più in difficoltà, la maggior parte non italiani, che frequentano le scuole di Sesto Calende e non solo: «Ciò per non farli sentire esclusi e per permettere loro di vivere l’esperienza acquatica anche per la loro sicurezza personale. Se necessario forniamo anche costume e cuffia. Ma purtroppo oggi lavorare con il pubblico è diventato molto difficile e siamo stati costretti a dover valutare chi far accedere, esasperati da ragazzini per il loro atteggiamento irrispettoso sia nei confronti dei bagnini che vigilano sulle vasche sia verso altri componenti dello staff, per come lasciano sporco, per i furti subiti, e per i danni che provocano alla struttura».
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