TRIBUNALE
Arcisate: «Al bar con gli amici dopo aver sparato»
Al processo per tentato omicidio i video dell’imputato che mima il gesto
Dopo aver sparato con un fucile da caccia, sarebbe andato al bar a Saltrio a raccontare agli amici ciò che aveva fatto, mimando persino le sue azioni. Un gesto compiuto sotto gli occhi delle telecamere del locale e confermato da alcuni testimoni. Ma quando l’imputato ha sentito le parole dei testi del processo, che lo vede alla sbarra per tentato omicidio, è andato su tutte le furie, urlando e tirando calci contro le sbarre della gabbia dei detenuti.
È stata un’udienza “agitata”, quella andata in scena in Tribunale a Varese e che ha visto sfilare altri giovani coinvolti, a vario titolo, nell’aggressione del 5 gennaio scorso che fece finire in carcere il ventiquattrenne Simone Borella, di Cuasso al Monte, e in ospedale un suo conoscente, colpito alla pancia davanti alla stazione ferroviaria di Arcisate. Imputato che è stato invitato dal presidente del collegio, Cesare Tacconi, a mantenere la calma. L’istruttoria è poi proseguita regolarmente.
IN CELLA DAL 6 GENNAIO
Borella racconterà la sua versione dei fatti nel prossimo atto dell’istruttoria, in calendario a metà dicembre. Il ragazzo è in cella dalla mattina del 6 gennaio, quando - accompagnato dal suo difensore, l’avvocato Corrado Viazzo - si costituì presentandosi alla caserma dei carabinieri, che erano sulle sue tracce già da ore grazie alle testimonianze degli amici della vittima e alle telecamere che avevano ripreso la Fiat 500 noleggiata proprio dall’imputato. Auto con cui - secondo altri testimoni - fu visto scappare dopo aver premuto il grilletto.
LA VERSIONE DEL FERITO
«Sono uscito dal bar a fumare e ho visto che Simone stava picchiando una ragazza - aveva detto il ferito (costituitosi parte civile con l’avvocato Elisabetta Brusa) nella precedente udienza - D’istinto, sono intervenuto per difenderla. Ci siamo azzuffati, io e lui siamo caduti a terra. Poi ci hanno diviso e infine l’ho accompagnato all’auto. Gli ho chiesto “Ma sei impazzito?” e lui mi ha detto "Tranquillo, cinque minuti e torno ". Dopo un po’ è arrivato davvero, è sceso dalla macchina con un fucile in mano e mi ha sparato».
LE IMMAGINI
Nell’aula D di palazzo di giustizia, il pubblico ministero Lorenzo Dalla Palma ha mostrato le immagini delle telecamere del bar di Saltrio in cui l’imputato si presentò la sera stessa dell’aggressione. Video in cui si vede che mima il gesto di sparare e poi si tiene la pancia. L’audio non c’è ma, secondo qualche avventore, l’imputato avrebbe raccontato di aver esploso un colpo. Poi si sarebbe fatto accompagnare in un albergo a Varese (perché «aveva litigato con la madre» secondo qualcuno, «perché aveva saputo che i carabinieri erano a casa sua», secondo altri), dove rimase fino alla mattina del 6 gennaio. Una ricostruzione che ha fatto arrabbiare Borella, che ha negato di conoscere alcuni dei suoi accusatori.
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