TELEVISIONE
Cattelan, ovvero #EPCC

>EPCC. Un acronimo per tanti misterioso quanto pop. Un gioco di parole?
Se lo chiede Alessandro Cattelan mentre maneggia dei peluche e risponderà che si tratta di «Estimatori Per Cinghiali Contenti».
Oppure di «Esercizi per calzini colorati» e, ancora, di uno strano «Energizzante per ciclisti convinti».
In realtà, niente di tutto questo. Ama stupire, osare ed è politicamente scorretto il poliedrico artista di Tortona già presentatore del talent X Factor che compirà 39 anni l’11 maggio. Questa sera, giovedì 11 aprile, alle 21.15, torna sul piccolo schermo con la sua trasmissione: «E poi c’è Cattelan».
Sesta stagione per il «Late night show made in Italy», che va in onda ogni giovedì per otto settimane su Sky Uno con le interviste di culto e le gag che hanno fatto la fortuna della produzione originale Sky. I
rriverente e figlio della cultura pop Anni Ottanta, Cattelan su Instagram conta 1,2 milioni di follower e qui, attraverso le immagini, racconta il suo lavoro e condivide anche attimi privati con la moglie - la modella svizzera Ludovica Sauer - e le due figlie, Nina e Olivia a cui lo scorso anno ha dedicato la canzone «Broccoletti», nata proprio per far mangiar loro l’ortaggio tanto odiato dai piccini.
Senza dimenticare poi l’altra sua passione, quella da calciatore del Derthona, la squadra della sua Tortona.
Sui social sono seguitissime e copiatissime anche le sue geniali recensioni di libri: una semplice foto di una pila di dieci volumi, e nell’ordine il giudizio, sì, no, mah con qualche piccolissima annotazione.
Alessandro Cattelan, parlando di >EPCC sui social chiedi ai follower cosa possa significare. E per te? Come è cambiato il talk show in questi cinque anni?
«È cambiato sempre in meglio, perché ogni anno è andato sempre in avanti. In termini di produzione dello show, di numero di puntate. Ma anche sempre meglio nel rapporto con il pubblico, con la gente. È diventato un appuntamento fisso, il pubblico ci aspetta con curiosità, si chiede che idee troveremo per l’anno nuovo. Ci vivono attivamente, è il nostro successo migliore».
Inizi la stagione con il botto, la registrazione dallo studio del Tonight Show a New York con l’intervista a Jimmy Fallon, può essere solo un crescendo. Più di così, chi desideri intervistare?
«Paul McCartney, assolutamente. Tornando a Fallon abbiamo spinto tantissimo sull’acceleratore. Siamo arrivati dove nessuno mai era arrivato prima e ce la siamo goduta dal primo all’ultimo minuto, siamo stati accolti dal gruppo del Tonight Show».
Per la promozione di >EPCC, quest’anno avete tirato fuori niente meno che i Ghostbusters. Qual è il significato per te, un ricordo di quando eri bambino.
«Sono uno dei film fondamentali della mia vita. Quando non c’erano i Dvd e i film li passava Canale 5 te li dovevi registrare col Vhs, compravi Tv Sorrisi e Canzoni, ritagliavi la locandina e ce la appiccicavi sopra. C’era un rituale per i film a cui tenevi. Ghostbusters, Top Gun, I Goonies, fanno tutti parte di quel mondo lì. Facevo il tempo prolungato a scuola e dopo la mensa avevamo un’oretta di pausa. Appena uscito il film dei Ghostbusters l’ho registrato. Avevo portato la videocassetta a scuola per vedere il film insieme ai miei compagni e quando Slimer dice “Mi hai smerdato”, siccome era una parolaccia e allora non potevamo ancora dirle ridemmo tutti molto divertiti, sotto i baffi».
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