DA GUSTARE
Il cibo che viene dal mare

Spesso fastidiose quando desideriamo fare un bel bagno in mare, quanto mai preziose per la nostra salute e alimentazione. Sono le alghe. Mentre in alcune parti del mondo, come il Giappone, la Cina e la Corea, si mangiano da secoli e quasi quotidianamente, i Paesi occidentali le hanno conosciute come cibo solo ultimamente.
Eppure c’è più di un motivo per aggiungere le alghe alla propria alimentazione: sono infatti ricche di vitamine e minerali essenziali, oltre che naturalmente a basso contenuto di grassi. Ne esistono all’incirca 30mila specie conosciute.
Tale enorme varietà è dovuta al fatto che l’alga è stata tra i primi organismi viventi a comparire sulla Terra circa 2 miliardi di anni fa. Ad oggi è dunque uno degli organismi viventi più antichi, per questo nei millenni ha racchiuso in sé moltissimi benefici. Le alghe assorbono i loro minerali dal mare e questo le rende fonti concentrate di oligoelementi necessari per l’alimentazione umana. Secondo l’European Food Information Council, ad esempio, una porzione media di alghe Kombu secche contiene molto più calcio di una tazza di latte. Inoltre le alghe sono ricche di ferro, magnesio, potassio, zinco e vitamina K, e contengono una buona quantità di vitamina E, riboflavina, tiamina, niacina e folati. Inoltre, le alghe sono ricche di fibre solubili, di cui spesso l’alimentazione occidentale classica deficita. Ancora, essendo fonti di vitamina B12, sono utilissime per i vegani e hanno una potente azione antinfiammatoria e antivirale.
Di origine marina o di acqua dolce, le alghe sono spesso raccolte manualmente. Sono ricche di nutrienti come calcio, magnesio e iodio perché assorbono dall’acqua marina minerali e metalli pesanti. Per questo motivo bisogna essere sicuri che le alghe che si stanno per mangiare siano state coltivate in acque non inquinate.
I mari giapponesi purtroppo hanno elevati livelli di inquinamento da metalli pesanti e da sostanze radioattive, quindi è molto meglio comprare prodotti di provenienza europea, in particolare quelli che vengono dalla Bretagna, dalle coste del Mare del Nord, dal Mediterraneo (soprattutto Sardegna) e dalle coste rocciose dell’Atlantico. Successivamente sono lasciate essiccare al sole e poi lavorate. Anche chi ha assaggiato una sola volta il sushi sa che questo alimento compare in molte preparazioni della cucina giapponese, ma magari non è a conoscenza del fatto che le alghe possono essere facilmente reperite anche nel nostro Paese: si trovano in vendita in alcune catene di supermercati, nelle erboristerie e nei negozi di prodotti bio.
Le alghe commestibili sono solite essere raggruppate in tre macro gruppi a seconda del colore: abbiamo così le alghe brune, quelle verdi e azzurre e infine le rosse. Tra le alghe brune quelle più conosciute sono wakame, kombu e arame. Tra le alghe verdi e azzurre ci sono lattuga di mare, spirulina, clorella e klamath. Tra le alghe rosse - il gruppo con in assoluto il più alto contenuto di proteine, oltre che fonte di omega 3 e vitamine del gruppo C - le più diffuse sono l’alga nori e l’alga dulse.
Le alghe si possono mangiare a crudo nell’insalata, oppure è possibile preparare una salutare zuppa insieme ad ortaggi e legumi. O, se vogliamo legarle al nostro tipo di cucina tipicamente mediterranea, è possibile aggiungerle alla pasta, nell’ultimo minuto di cottura in modo tale da non perdere preziose sostanze nutritive. Alcune si trovano in polvere e vengono usate come se fossero spezie. Ogni alga ha il suo sapore, più amarognolo o più piccante, oppure più sapido.
L’esperienza è la migliore scuola per imparare ad abbinarle ai vostri cibi preferiti, guadagnando qualcosa in più, sia in termini di sapore, che di salubrità. E visto che gli scienziati sostengono che tra un secolo mangeremo insetti, carne sintetica e alghe... non ci resta che iniziare ad assaggiare.
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