ATTRATTIVITÀ
«All’estero dicono Varesé»
La prima giornata di due turisti olandesi: «Questa città merita di più»
Si muovono con sguardo curioso fra San Vittore e corso Matteotti. In mano hanno la mappa della città e cercano di orientarsi nelle vie nel centro storico, seguendo le indicazioni delle guide sui monumenti e le bellezze da non perdere. A colpo d’occhio si nota subito che sono turisti, anche per la calma con cui passeggiano, senza la fretta di chi lavora o ha impegni urgenti. Si godono il centro con serenità, magari pregustando un gelato all’italiana o una pausa pranzo gourmet.
IL LORO RACCONTO
E sempre con lo stesso sorriso aperto al mondo, accettano di buon grado di spendere qualche minuto e condividere le prime impressioni sulla Città Giardino. Una sorta di test per capire che cosa si provi approdando qui dall’estero. Un’occasione ghiotta per far raccontare Varese “in diretta” da due persone che non l’hanno mai vista prima. E che sono appena scese dall’auto, sgombre da preconcetti o punti di vista fuorvianti. Questione di minuti. Ecco i signori Doomen, William e Mary José, giunti dall’Olanda e già soddisfatti di quello che si mostra ai loro occhi. «La prima impressione è molto positiva - dicono in inglese -. Abbiamo preso la mappa e ora giriamo per le vie: non avevamo delle aspettative particolari, nel nostro paese questa città non è conosciuta, mentre alcuni amici francesi ce ne hanno parlato bene. Ma anche nelle guide sulle regioni dei laghi Varese ha pochissimo spazio: un vero peccato da quello che vediamo nelle prime ore. Ci sembra una bella zona, che meriterebbe più pubblicità, più di poche righe in una paginetta. Abbiamo letto che è una città verde, con una grande vocazione industriale. Ma servirebbero più informazioni per capire qualcosa di più».
Insomma, anche due persone appena arrivate hanno già colto una verità profonda: il territorio potrebbe avere uno slancio più forte per conquistare gli stranieri o gli altri italiani in viaggio. Come dire, tante potenzialità inespresse.
DIETRO LA SCELTA
E allora perché proprio Varese? «Perché si trova a metà strada per chi dai Paesi del nord si muove verso l’Italia centrale - dicono marito e moglie -. È in posizione strategica, dopo le Alpi e la Svizzera: ci siamo fermati per una questione logistica. Ma poi ci siamo accorti che è una bella cittadina… Quegli amici francesi ci avevano consigliato di visitarla chiamandola “Varesé” (con l’accento chic sulla finale, ndr). Ma qual è la pronuncia giusta?».
Simpatici, alla mano e molto acuti, i coniugi Doomen visiteranno anche il Lago Maggiore e quello di Como: «Non possiamo ancora dire quale preferiamo perché dobbiamo ancora vederli - scherzano -. Forse bisognerebbe fare più pubblicità, lo ripetiamo, unire magari delle informazioni culturali o sugli eventi. È un posto che ci sembra bello e curato. E pensare che in Olanda non se ne parla…».
NORDICI PROTAGONISTI
Per tanti che scoprono la Città Giardino per la prima volta, c’è uno zoccolo duro proprio di nordici, tedeschi e francesi soprattutto, che non si perdono un’estate sui nostri laghi, in particolare sul Verbano. Famiglie, coppie, giovani: nei campeggi vista spiaggia è tutto un fiorire di targhe straniere e al mercato di Luino gli affari si contrattano in lingue d’Oltralpe, non in italiano.
Spesso si arriva in zona per seguire le competizioni sportive dei figli, o per unire una vacanza a misura d’uomo con le piste ciclabili e il verde. Non ci saranno le masse, ma il Nord Italia è magico e dovrebbe apparire come una proposta unica. Potremmo fare di più per tratteggiare una cartolina degna di attrarre turisti da tutto il mondo. Parola dei signori Doomen.
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