QUATTORDICI ARRESTI
Anziani truffati, sgominata una banda: colpi anche a Varese
Accertate almeno 27 truffe in diverse province. Chiedevano denaro riferendo di un parente in difficoltà dopo un incidente stradale
Come tecnica usavano quella classica: chiedere il denaro per un parente in difficoltà dopo un incidente stradale. Poi spillavano i soldi alle loro vittime, che erano quasi tutti anziani. La polizia di Vercelli con una vasta operazione, denominata “Caronte”, ha smantellato una banda che organizzava truffe anche in provincia di Varese.
SGOMINATA LA BANDA
Si parla di almeno 27 raggiri, accertati anche nelle province di Vercelli, Novara, Biella, Lodi, Alessandria, Pavia, Como, Milano e Monza.
Gli agenti della squadra mobile della Questura vercellese, coadiuvati dai colleghi di Piemonte e Valle d’Aosta e coordinati dal Servizio Centrale Operativo, diretti dal sostituto procuratore Rosamaria Iera, hanno eseguito questa mattina, martedì 2 luglio, 14 misure cautelari in carcere disposte dalla Procura della Repubblica. La maggior parte degli indagati sono nomadi di nazionalità polacca legati tra loro da vincoli di parentela, dovranno ora rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe agli anziani, sostituzione di persona e ricettazione.
LA TRUFFA DEL FINTO INCIDENTE
Nelle denunce le vittime avevano raccontato di aver ricevuto una telefonata dalle forze dell’ordine, da un avvocato o da un familiare, il quale riferiva di un incidente stradale, in realtà mai avvenuto, in cui era rimasto coinvolto un parente della vittima. Per evitare conseguenze giudiziarie o di salute, il truffatore sosteneva che fosse necessario consegnare loro urgentemente una cospicua somma di denaro. Se la vittima non fosse stata in grado di raggiungere la somma richiesta, i truffatori la convincevano a consegnare tutti i gioielli e gli ori di famiglia nella sua disponibilità.
SOTTRATTI CONTANTI E PREZIOSI PER 400MILA EURO
L’indagine è partita ad aprile 2023 e ha accertato che il danno complessivo dei beni asportati ammonta a circa 400mila euro tra contanti e preziosi sottratti alle vittime dei raggiri.
Seconndo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’affiliazione all’associazione di alcuni soggetti italiani dediti alla ricettazione dei preziosi permetteva al gruppo di far sparire in breve tempo i monili sottratti alle vittime, così come alcuni degli appartenenti all’associazione criminale sono risultati intestatari di oltre 150 veicoli, usati di volta in volta dal gruppo per colpire in varie province del Nord Italia senza lasciare tracce del loro passaggio.
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