SUL PICCOLO SCHERMO
Arianna Di Claudio: io, Peppino di Capri e lo Champagne
L’attrice di Besozzo interpreta Roberta Stoppa nel biopic sul celebre cantante che ha segnato la storia della musica italiana, stasera su Rai 1

«Naturalmente ne conoscevo l’esistenza ma non mi era mai capitato di avere tra le mani un 45 giri. Appartengo a una generazione cresciuta con la musica liquida, al massimo i cd, scoprire il vinile è stata una gioia, trovare poi la mia foto sulla copertina resta un’emozione indescrivibile». Quell’immagine di Arianna Di Claudio la vedremo anche noi, nel film tv Champagne - Peppino di Capri, in prima visione oggi, lunedì 24 alle 21.30 su Rai 1, in cui la 24enne attrice di Besozzo interpreta Roberta Stoppa, prima moglie del cantante, qui impersonato da Francesco Del Gaudio.
Lei quindi appare sulla copertina ricreata per l’occasione di Roberta, singolo uscito nel 1963?
«Sì, erano sposati dal 1961. Si conobbero nel 1959, quando lei, modella, aveva 18 anni. La loro storia d’amore, incontro scontro tra personalità forti, durò una decina d’anni, non fu per nulla facile nemmeno al momento dell’addio che precedette di poco la prima vittoria al Festival di Sanremo».
C’è chi sostiene abbia avuto una certa influenza anche sulla carriera del marito. Vero?
«Verissimo, ed è un aspetto presente nel film. Fu Roberta a curare, a partire dagli occhiali, l’immagine, trasformandola in vincente, di Peppino. Potremmo definirla una pierre ante litteram, capace di intuizioni notevoli e incline a pensare in grande. Per alcuni troppo in grande. Amava il lusso, le piaceva esibirlo, la loro casa era lo specchio di questa corsa all’eccesso, figlia dell’Italia del boom. Il film non trascura questa voglia di apparire. Roberta puntava a fare salire il più in alto possibile Peppino ma con l’idea di essergli saldamente a fianco».
Avete avuto modo di conoscervi?
«Mi ha telefonato a sorpresa un giorno sul set, a riprese da poco iniziate. Mi ha detto: “Ho saputo che sei tu a interpretarmi, mi fa molto piacere. Un solo consiglio: esagera. Sappi che per quanto tu possa esagerare, per me e per la verità sarà sempre troppo poco”. Simpaticissima. Compatibilmente con il copione e le indicazioni della regista Cinzia TH Torrini, un onore essere diretta da lei, l’ho presa in parola».
Scoperta del vinile a parte, prima di girare Champagne, aveva mai ascoltato brani di Peppino Di Capri?
«Non con attenzione e non con la consapevolezza che fossero suoi. Prima del provino per il film mi sono però immersa nel suo repertorio, in una parte ovviamente, rimanendo colpita dalla bellezza di alcune canzoni. La mia preferita è stata sin da subito Nun è peccato, della metà degli anni Cinquanta. Quando più tardi ho saputo che era un pezzo importante nel gioco di seduzione tra Peppino e Roberta, ho pensato a un segno del destino. Sul set comunque era un continuo cantare da parte di tutti e ancora oggi non passa giorno senza che io non accenni, anche solo mentalmente, un brano di Peppino di Capri».
Del resto la sua carriera si è aperta sotto il segno della musica. Capitolo definitivamente chiuso dalla recitazione?
«Per nulla, continuo a cantare e a suonare, prendendo regolarmente lezioni di piano. Intendiamoci, non vorrei fare la cantante di professione, mi piacerebbe però mettere il canto al servizio del cinema o del teatro. Non escludo affatto la partecipazione ai musical, in vetta alle preferenze ho Chicago, Cabaret e Rent».
Il lavoro l’ha portata ad abitare a Roma. Besozzo non le manca?
«Roma è una bellissima città e come vicini di casa ho tanti artisti ma mi mancano il lago e il verde. Per questo, appena posso, torno a Besozzo e ci rimango almeno una settimana».
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