LA DECISIONE
Consulta: «Autonomia non incostituzionale ma disposizioni illegittime»
Alfieri (Pd): «Colpita e affondata». Fontana: «Il percorso va avanti»
La Corte costituzionale ha ritenuto «non fondata» la questione di costituzionalità dell’intera legge sull’autonomia differenziata delle regioni ordinarie (n. 86 del 2024), considerando invece «illegittime» specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo. Lo rende noto la Corte Costituzionale. L’INTERPRETAZIONE
Secondo il Collegio, l’articolo 116 terzo comma della Costituzione - quello che disciplina l’attribuzione alle Regioni ordinarie di forme e condizioni particolari di autonomia - deve essere interpretato nel contesto della forma di Stato italiana. Una forma che, dicono i giudici “riconosce, insieme al ruolo fondamentale delle Regioni e alla possibilità che esse ottengano forme particolari di autonomia, i principi dell’unità della Repubblica, della solidarietà tra le regioni, dell’eguaglianza e della garanzia dei diritti dei cittadini, dell’equilibrio di bilancio.” (ANSA).
ALFIERI (PD): «AFFONDATA»
Per il senatore varesino del Pd, Alessandro Alfieri, «la Corte Costituzionale riconosce molte delle questioni che come Partito Democratico abbiamo sollevato e sono state oggetto di aspro confronto parlamentare con la maggioranza. Non si possono trasferire intere materie o ambiti di materie. Ma solo specifiche funzioni legislative e amministrative giustificandole in relazione alla singola regione e in base al principio di sussidiarietà». Il responsabile Riforme del Partito Democratico aggiunge: «.Così come si riconosce la limitazione del ruolo del Parlamento nella definizione dei livelli essenziali delle prestazioni e l'illegittimità del ricorso al Dpcm per individuarli, come abbiamo più volte denunciato. Prevede, come richiesto a gran voce dalle opposizioni, la possibilità per le Camere di emendare le intese ridando centralità al Parlamento e fa saltare la furbizia del Governo di dividere tra materie Lep e non Lep. E soprattutto mette in evidenza che non si fanno le nozze con i fichi secchi. La clausola di invarianza finanziaria è una solenne presa in giro. Anche qui la Corte afferma una delle critiche principali che abbiamo sollevato nel dibattito parlamentare: l'individuazione, tramite compartecipazioni al gettito di tributi per finanziare le funzioni 'dovrà avvenire non sulla base della spesa storica, bensì prendendo a riferimento costi e fabbisogni standard... liberando risorse da mantenere in capo allo Stato per la copertura delle spese che restano comunque a carico dello stesso'. Che dire? Colpita e affondata'».
FONTANA: «L’AUTONOMIA NON E’ INCOSTITUZIONALE»
Il pronunciamento di oggi della Corte Costituzionale «mette la parola ‘fine’ a chi, artatamente, ha fino a oggi definito incostituzionale la ‘Legge Calderoli’ sull’Autonomia differenziata» secondo il presidente della Lombardia Attilio Fontana, che ha commentato la sentenza insieme al sottosegretario regionale Mauro Piazza che ha la delega all’autonomia. «L’Autonomia si farà. I gufi mistificatori e dispensatori di fake news - hanno commentato - vengono smentiti anche dalla Corte Costituzionale. Già da domani valuteremo nel dettaglio i rilievi formulati dalla Consulta, ma ciò che più conta è che il negoziato non si ferma e il percorso intrapreso va avanti per raggiungere il risultato auspicato dai lombardi».
© Riproduzione Riservata