CASSINETTA
«Beko, qui è drammatico»
Filo diretto con Giorgetti: niente piano industriale, brutta notizia
«Inutile nasconderlo: la situazione è drammatica». Il sindaco di Biandronno Massimo Porotti, reduce dal vertice al Ministero delle Imprese e del Made in Italy sul futuro della Beko di Cassinetta, in questo fine settimana ha in programma un incontro con il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti con cui è in costante contatto da quando è scoppiata la crisi. «D’accordo - evidenzia - che la speranza è l’ultima a morire, ma se devo essere sincero non sono per niente fiducioso. Non è un bel segnale, per esempio, il fatto che non sia ancora stato presentato un vero piano industriale».
Le prossime tappe
Il primo cittadino auspica che, quanto prima, venga convocato un tavolo con Regione e Provincia. «Gli elettrodomestici di qualità - spiega - sono nati in terra varesina dove ancora oggi vengono realizzati. Non in Turchia o in Asia. Proporrò allora di creare delle scuole di formazione in modo da convincere la proprietà della Beko che i lavoratori più preparati si trovano qui e non altrove». Porotti si aspetta il massimo impegno per cercare di trovare una soluzione «da parte del Governo, di Regione Lombardia, della Provincia, dei sindacati e di tutte le forze politiche, a cominciare da quella, la Lega, di cui sono militante. Sono sicuro che in questa difficilissima battaglia potremo contare sul sostegno del vice premier e segretario federale Matteo Salvini, dei deputati, dei senatori, dei consiglieri regionali e della parlamentare europea Isabella Tovaglieri. Insieme dovremo trovare il modo migliore per affrontare questa emergenza».
Quando a inizio 2017 Whirlpool ha lasciato Comerio per trasferirsi a Rho Pero, sindaco era Silvio Aimetti. «Sono passato - racconta - da una vicenda più o meno simile a quella che si sta vivendo in queste settimane. Quanto impegno per cercare una soluzione, preoccupazioni quotidiane, un numero imprecisato di telefonate, continue riunioni. Adesso sarebbe importante far capire ai vertici aziendali il valore di decenni di progettazione e produzione di elettrodomestici, ma temo che ormai Confindustria, i sindacati e i politici non possano più fare niente. Dovevano muoversi diversi anni fa. Né servirà discutere del problema in Consiglio comunale a Varese: una bella chiacchierata, ma purtroppo gli operai resteranno senza lavoro. Beninteso: sarei felicissimo di essere smentito, coi fatti però. Perché, per esempio, non si pensa a degli incentivi per ridurre il gap rispetto ai Paesi dove i costi sono minori? Così facendo sarebbe più facile trattenere le fabbriche. Perché oltre a supportare la sanità non si sostiene anche il comparto industriale? Il lavoro è un diritto esattamente come la salute».
Le avvisaglie
Per l’ex amministratore comunale questa crisi è l’ennesima tappa di una fase di declino che viene da molto lontano. «Dalle scelte di sviluppo pressoché nulle - conclude - sulle infrastrutture. Ancora oggi ci vuole un’ora per andare in treno da Varese a Milano... E poi non si è mai riusciti a fare impresa in modo snello e concreto attraverso accordi seri a tutti i livelli: statale, regionale e locale. La verità è che non esiste la capacità di essere squadra. Il territorio è uno solo, ma prevale la logica della rivalità fra i campanili».
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